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A causa di Brexit probabile effetto contrazione affidamenti alle PMI anche in Italia

CRIF Ratings ritiene che il debito disponibile per le piccole e medie imprese italiane nel 2016 potrà subire delle contrazioni come effetto delle turbolenze sui mercati finanziari causate dall’inatteso risultato del referendum su "Brexit"
AffidamentiCRIF Ratings ritiene che come effetto delle turbolenze sui mercati finanziari causate dall’inatteso risultato del referendum su “Brexit”, il debito disponibile per le piccole e medie imprese italiane nel 2016 potrà subire delle contrazioni, anche in considerazione del fatto che le turbolenze molto probabile persisteranno pure nel medio periodo.  Ciò a fronte di  un 1° trimestre 2016 che ha fatto registrare un incremento pari a +5,2% del numero delle richieste di nuovi crediti e rivalutazioni presentate dalle imprese, nell’aggregato di ditte individuali e società, agli istituti di credito Stando a quanto riportato da Francesca Fraulo,  managing director – Head of Corporate Ratings, nel 2016 CRIF Ratings anticipa una riduzione sia dei volumi di debito obbligazionario che il debito bancario. “È molto probabile che gli investitori si focalizzeranno sui settori con una stabile generazione di ricavi e con esposizione geografica regionale come le utilities e le infrastrutture in generale, mentre i settori più esposti ai rischi di volatilità dei prezzi delle commodity e alle fluttuazioni dei cambi avranno minore ‘appeal’” si legge nel comunicato.  Quanto al settore bancario, l’appetito per il rischio di credito alle imprese potrebbe scemare. Le preoccupazioni per la profittabilità degli istituti bancari saranno un forte deterrente a continuare nell’aggressiva competizione con i mercati obbligazionari per il credito alle imprese innescata dal 2015 grazie all’accesso alle convenienti condizioni di finanziamento per le banche introdotte dalla BCE con il programma di TLTRO. “In definitiva – conclude il comunicato – quella che va delineandosi non è una situazione ottimale per l’accesso al credito delle imprese italiane, che probabilmente si rifletterà nella revisione dei piani di investimento e determinerà un ripensamento delle strategie di crescita di lungo termine.”

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