Presentato a Roma, ma non “dettagliato”, il 7° rapporto ENEA sull’efficienza energetica

Pure nel 2017 è stato quello dei serramenti l'intervento incentivato più diffuso tra quelli previsti dall'Ecobonus. E se in termini di risparmio energetico conseguito il settore residenziale ha di fatto raggiunto l'obiettivo atteso al 2020 ( e per il 40% imputabile proprio alla sostituzione dei serramenti) quello relativo la settore industriale si trova ancora a metà percorso mentre ancora più indietro risulta essere quello terziario e della PA

È mancato l’intervento dell’onorevole Roberto Fico (neo Presidente della Camera dei Deputati) ma ieri sono mancate soprattutto le slide che avrebbero dovuto accompagnare a Roma l’intervento di Alessandro Federici (dipartimento Unità efficienza energetica di ENEA) nell’illustrare quei risultati contenuti nel 7° rapporto sull’efficienza energetica che più di altri avrebbero dovuto offrire gli attesi spunti di discussione. Spunti di discussione – anche segnati da una certa vena polemica – che non sono invece mancati per quanto riguarda il rapporto sulle detrazioni fiscali del 65% di cui in conferenza stampa è stato diffuso “l’executive summary”. “ Meglio questa forma di incentivi differenziati che il continuare con misure indirizzate a favorire la diffusione di tipologie di prodotti quali le zanzariere certo molto meno efficaci di altri in fatto di efficentamento energetico…” ha tra le altre cose sottolineato Federico Testa , presidente di ENEA, nel rimarcare alcuni passaggi di una tavola rotonda in cui spiccava la mancanza di un rappresentate la filiera dei serramenti che pure nel 2017 si confermano essere la tipologia di prodotto trainante l’utilizzo dell’ecobonus.

presentazione rapporto annuale ENEA: filiera serramenti sempre ignorata

Mancanza ancora più rilevante considerando che stando a quanto indicato nel 7° rapporto annuale ENEA la quota principale degli interventi effettuati nell’ultimo quadriennio, pari ad un valore di oltre 6 miliardi di euro, ha riguardato la sostituzione di 2,6 milioni di serramenti, mentre 2,1 miliardi di euro sono stati destinati a circa 70mila interventi sulle pareti orizzontali ed inclinate. Ecobonus attraverso il quale le famiglie italiane avrebbero investito nel 2017 oltre 3,7 miliardi di euro per realizzare circa 420mila interventi di riqualificazione energetica ( di cui oltre il 41% cumulato ha riguardato serramenti e schermature solari) con un risparmio di oltre 1.300 GWh/anno. Risparmio al quale si aggiungono i circa 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) derivante dall’emissione di 5,8 milioni di Titoli di Efficienza Energetica, i cosiddetti Certificati Bianchi, di cui 62% nell’industria e il 31% nel civile.  Ma se in termini di risparmio energetico conseguito il settore residenziale ha di fatto raggiunto l’obiettivo atteso al 2020 ( e per il 40% imputabile proprio alla sostituzione dei serramenti)  quello relativo al settore industriale si trova ancora a metà percorso mentre risultano ancora indietro terziario e la pubblica amministrazione, PA che ha potuto contare quest’anno su 62 milioni di euro per interventi di efficientamento nelle proprie strutture tramite il “Conto Termico”. Rispetto all’obbiettivo previsto per il periodo 2011-2020 dal PAEE 2014 i risparmi complessivamente conseguiti al 2017 sono stati pari a poco meno di 8 Mtep/anno, equivalenti a poco meno del 52% dell’obiettivo da raggiungere. Percentuale che ha indotto l’onorevole Davide Crippa , sottosegretario il Ministero  dello sviluppo economico, ha dichiarare “…. più che soffermarmi  sul 52% ottenuto in 6 anni di applicazione degli ecobonus, mi preoccupa quel 48% che dovremo colmare nei prossimi 3 anni…” .

presentazione rapporto annuale ENEA: nella PA mancano le competenze

Vero è che in risposta alla normativa Ue sulla riqualificazione energetica del 3% della superficie degli immobili della PA centrale, nel periodo 2014-2017, risultano conclusi, in fase di realizzazione o programmati interventi su oltre 190 immobili, per una superficie utile complessiva di circa 1,9 milioni di mq, altrettanto vero è che come ha sottolineato Federico Testa “…esclusa la bella eccezione costituita dagli immobili che ricadono sotto la competenza delle Ministero della Difesa., nella PA non abbiamo i risultati che speravamo…Il tema vero nella PA è quello delle competenze. Mancano le necessarie competenze per sviluppare e valutare gli interventi di efficientemento.”

Grande fiducia è comunque stata espressa nei confronti delle nuove misure varate. “Nuove misure, provvedimenti strutturali e semplificazioni consentiranno di ottenere risultati positivi in materia di efficienza energetica e sicurezza degli edifici superando ostacoli e criticità”, ha sottolineato Federico Testa. “In particolare, strumenti come l’ecobonus, il sismabonus e la cessione del credito fiscale aprono la strada degli incentivi anche a quella fascia di popolazione economicamente vulnerabile, circa un cittadino su dieci, che spesso vive in condomini periferici delle grandi città tutt’altro che efficienti dal punto di vista energetico”, ha aggiunto Testa. Sottolineatura che è stata ripresa nelle tavola rotonda da Francesco Burelli presidente di ANACI, per suggerire l’inserimento tra gli importi “deducibili” pure quello del compenso dell’amministratore nel caso in cui in condominio decida di effettuare gli interventi incentivati .

Aldilà del singolare suggerimento, rimane comunque il fatto che gli interventi massivi di efficientemente hanno quantomeno potenzialmente ricadute economiche e sociali considerevoli maggiori di quelli puntuali che hanno prevalentemente caratterizzato l’uso della detrazione in questi anni. Interventi che se effettivamente compresi e resi “convenienti” possono portare a risultati tangibili nel contrasto alla povertà energetica, fenomeno che è stato ben documentato e presentato da uno studio di Banca d’Italia.

 

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