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Osservatorio occupazione CNA: la specializzazione nel Made in Italy “paga”

Stando ai dati elaborati e pubblicati, rispetto alla media rilevata a livello nazionale (44,2%), il tasso di occupazione relativo ai sistemi produttivi locali del Made in Italy raggiunge il 46,5% impiegando una quota considerevole di occupazione complessiva (27,1%). Percentuale di occupati che nei sistemi urbani ad alta specializzazione arriva a toccare il 49,2%

Diffuso dal Centro Studi l’osservatorio occupazione di CNA l’approfondimento sui “Sistemi Locali del Lavoro 2018. Occupazione e specializzazioni produttive”, analisi che amplia la prospettiva di quanto pubblicato nella rubrica “Gestione” di “serramenti+design” numero di giugno/luglio suffragando di quanto rilevato dal Centro Studi Acimall

Stando alla elaborazione CNA su dati Istat 2017, rispetto alla media rilevata a livello nazionale (44,2%), il tasso di occupazione relativo ai sistemi produttivi locali del Made in Italy raggiunge il 46,5% impiegando una quota considerevole di occupazione complessiva (27,1%). Percentuale di occupati che nei sistemi urbani ad alta specializzazione arriva a toccare il 49,2%.

Tra le specializzazioni produttive italiane dettagliate, i tassi di occupazione più elevati si registrano nei sistemi locali dei gioielli, occhiali e strumenti musicali (50,5%), della fabbricazione di macchine (49,8%) e del legno.

Sempre stando a quanto rilevato dall’osservatorio occupazione di CNA , in media l’occupazione risulterebbe essere aumentata in tutti i sistemi locali del Made in Italy: tessile e abbigliamento +1,8%; pelli e cuoio +1,8%; Fabbricazione di macchine +2,0%; legno e mobili +1,9%; agroalimentare +1,9%; gioielli, occhiali e strumenti musicali +2,2%. Tuttavia tale crescita non avrebbe interessato tutti i territori in cui i sistemi locali del Made in Italy sono presenti.

Crescita non uniforme territorialmente

I posti di lavoro sarebbero infatti aumentati nei sistemi locali del Made in Italy della Lombardia, della Toscana, dell’Emilia Romagna, del Veneto, della Puglia e della Basilicata.

Diminuzioni sono state invece registrate in Piemonte, Umbria e Marche. In queste tre regioni l’occupazione è diminuita anche in altri ambiti produttivi. È il caso, ad esempio dei sistemi dei gioielli, occhiali e strumenti musicali nei quali l’occupazione è diminuita nelle Marche (-2,5%) ma non a livello nazionale. Lo stesso è accaduto nei sistemi del tessile/abbigliamento nei quali contrazioni dell’occupazione sono state registrate solamente in Piemonte (-1,5%), Umbria (-2,3%) e Marche (-1,9%).

Nei sistemi locali della Puglia e della Basilicata, invece, la crescita dell’occupazione è stata superiore alla media con picchi nei sistemi di Nardò (LE) (+9,8%), Gagliano del Capo (LE) (+8,6%), Pisticci (MT) (+7,7%) e Matera (MT) (+6,2%).

(immagine cortesia falegnameria ME.RA.)

 

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