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Mercato dei serramenti. CNA prevedibile duratura crescita ma tra tante preoccupazioni

Una crescita annua dell’1,4% per il comparto residenziale e dell’1,6% per il non residenziale da quest’anno al 2021 . E' quanto stima il 2° Rapporto congiunturale previsionale sul mercato dei serramenti in Italia presentato da CNA a Roma. Rapporto che da un lato segnala i pericoli di un suo ridimensionamento e dall'altro suggerisce iniziative per incrementarne l'efficacia

Si presenta sempre con luci e ombre il mercato dei serramenti negli edifici residenziali e non residenziali tracciato dal “2° Rapporto congiunturale previsionale sul mercato dei serramenti in Italia” curato da Cresme con la collaborazione del Consorzio LegnoLegno.

Presentato ieri a Roma nell’auditorium nazionale di CNA, la seconda edizione del rapporto segnala come tra quest’anno e il 2021 sia prevedibile una crescita annua dell’1,4% per il comparto residenziale e dell’1,6% per il non residenziale. Per il 2018 in totale si stima un ammontare di serramenti pari a 5,55 milioni di unità di cui ben 5,34 milioni nel residenziale.

Volumi riferiti al mercato dei serramenti che appaiono essere in linea con quelli formulati da alcune associazioni di settore ma attraverso una parametrizzazione complessiva di oltre 10 a 1 nel rapporto dei soggetti (aziende) che si stima ne costituiscano la realtà dimensionale ed economica. Marcata differenza che non fa altro che confermare quanto siano ancora statisticamente fragili ed estremizzanti criteri e metodologie impiegati per effettuarle.

Tornando alla ricerca pure l’andamento delle esportazioni viene indicato essere positivo. Nel 2018 secondo il rapporto dovrebbero registrare un incremento del 2,6% sul 2017 toccando i 614 milioni circa, a fronte però di importazioni aumentate del 9,3% e salite a quasi 234 milioni. “Questi dati non devono far dimenticare, comunque, che il mercato dei serramenti è stato duramente colpito dalla crisi che ha lasciato ferite profonde, e non rimarginate, nel corpo della nostra economia, colpendo in particolar modo il mondo delle costruzioni”, si legge in un comunicato di CNA Produzione.

“Il mercato di riferimento del settore – continua la nota – è principalmente quello del recupero edile, a causa della diminuzione degli investimenti nelle nuove costruzioni. Per sostenere la domanda e i consumi la leva fiscale è strategica: dal 2007 a oggi il cosiddetto ecobonus ha generato un fatturato superiore ai dieci miliardi per il settore dei serramenti nel suo complesso. Ci preoccupa, perciò, una eventuale rimodulazione degli incentivi dopo la riduzione al 50% del bonus per la riqualificazione energetica: i primi dati già evidenziano una contrazione del mercato.

Per evitare un ridimensionamento del settore, la crescita dell’abusivismo, delle emissioni di anidride carbonica e degli acquisti all’estero di gas e petrolio, chiediamo al governo di: 1) rendere strutturale l’ecobonus; 2) mantenere al 65% l’incentivo fiscale come stimolo a rendere più efficienti energeticamente gli edifici e differenziarlo così dal bonus per ristrutturazione che è del 50% ma che prevede limiti di trasmittanza termica meno performanti; 3) introdurre per tutti i soggetti potenzialmente interessati all’ecobonus la cessione del credito alle banche in luogo della detrazione per consentire un effetto moltiplicatore sulla domanda interna”

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