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Rincari materie prime costano 19,2 mld/anno alle piccole imprese. Ripresa a rischio.

Inviata lettera al Governo per sollecitare urgenti interventi ed auspicata anche una pronta e univoca revisione dei prezzari regionali, con un adeguamento che possa tutelare imprese e committenza già legate a preventivi e/o a contratti stipulati.

L’allarme arriva da Confartigianato: sulle speranze di ripresa economica delle piccole imprese incombe il continuo rialzo dei prezzi delle materie prime. Rialzo che per il settore delle costruzioni rischia di compromettere le opportunità di rilancio stimolate dal Superbonus 110%.

L’Ufficio studi della Confederazione avrebbe infatti rilevato in aprile un aumento dei prezzi delle commodities non energetiche del 33,4% rispetto ad un anno prima, con un’accelerazione dei rincari che a marzo di quest’anno si attestavano al +24% rispetto allo stesso mese del 2020.

Un’impennata che può provocare un effetto dirompente sui costi sopportati dalle piccole imprese manifatturiere italiane per l’acquisto di beni necessari alla produzione: tradotto in denaro, Confartigianato stima un impatto potenziale di 19,2 miliardi di euro in più in un anno a carico di 621.000 artigiani e piccole aziende.

Nel dettaglio, stando all’ufficio Sudi l’aumento dei prezzi delle materie prime sta colpendo il comparto delle costruzioni e i settori manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche.

Settori nei quali operano 621.000 piccole imprese con 1.893.000 addetti, con una elevata presenza dell’artigianato, pari a 435.000 imprese che danno lavoro a 1.047.000 addetti.

Secondo Confartigianato i rincari maggiori si registrano per i metalli di base con +65,7% tra marzo 2020 e marzo 2021. Particolari tensioni per minerale di ferro con rincari annui del +88,1%, seguito da stagno (+77%), rame (+73,4%) e cobalto (+68,4%). E ancora zinco (+46,7%), nickel (+38,5%,), alluminio (+36,%), molibdeno (+32,4%). Allarme anche sul fronte delle materie prime energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 risultano aumentati del 93,6% su base annua.

Da qui la richiesta di Marco Granelli, presidente di Confartigianato di intervento immediato da parte del Governo.

In una lettera inviata nelle scorse settimane al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti avrebbe sollecitato “forte attenzione al fenomeno e la messa in campo degli strumenti che possano rimettere in equilibrio domanda e offerta, nel rispetto della concorrenza e delle norme che ne regolano le restrizioni”.

Emergenza dei rincari delle materie prime che nel settore costruzioni viene così denunciata dal presidente di Anaepa Confartigianato Arnaldo Redaelli: “Il problema del caro prezzi sta diventando ogni giorno più insostenibile per le imprese dell’edilizia, in particolare per le quelle artigiane e di piccole dimensioni, che rischiano di vedere compromessa la loro situazione lavorativa.

Si tratta di una dinamica di mercato ingiustificata e incontrollata che pesa negativamente in un contesto già in forte sofferenza nell’ultimo anno a causa dell’emergenza sanitaria.

Sia i contratti pubblici che quelli privati rischiano di non risultare più economicamente sostenibili da parte delle imprese, nonostante gli enormi sforzi per far fronte agli impegni assunti.

Negli appalti pubblici, l’attuale Codice non prevede adeguate revisioni prezzi mentre andrebbe reintrodotto, come nel passato, il meccanismo di compensazione alle imprese in caso di aumenti dei materiali superiori al 10% accertati dal direttore dei lavori, in base al DL n. 162/2008.

Per quanto concerne invece i lavori privati è auspicabile una revisione rapida e univoca dei prezzari regionali, con un adeguamento che possa tutelare imprese e committenza già legate a preventivi e/o a contratti stipulati. Ci appelliamo pertanto al Governo e alle Istituzioni preposte affinchè mettano in campo misure urgenti ed efficaci”.

Altrettanto preoccupante la situazione per le imprese della meccanica, come sottolinea Federico Boin, presidente della Federazione Meccanica di Confartigianato: “Purtroppo il rincaro delle materie prime e la loro attuale difficile reperibilità stanno mettendo in crisi il comparto della subfornitura meccanica che invece stava evidenziando, da inizio anno, importanti e concreti segnali di ripresa.

La spinta verso il digitale, l’innovazione ed il forte incentivo giunto dal piano Impresa 4.0 stanno permettendo alle imprese di essere più reattive su un mercato che richiede sempre più flessibilità e velocità nelle risposte al cliente. Come Federazione Meccanica chiediamo al Governo di mettere in atto le opportune azioni correttive sia sul fronte degli appalti pubblici che privati, altrimenti saremo costretti ad intervenire sul livello contrattuale con fornitori e clienti”.

Da parte sua, Giovanni Battista Sarnico, presidente della Federazione Legno Arredo di Confartigianato denuncia: “Il rincaro della materia prima legnosa e dei semilavorati sta creando grandi difficoltà ai settori del serramento e dell’arredo. Un rincaro così pesante e repentino non si vedeva da anni. Purtroppo dipendiamo troppo dalla materia prima straniera che è sottoposta a continue bolle speculative.

Dobbiamo ridare mercato al legname nazionale e riportare nel giusto alveo le importazioni di legname dall’estero. Solo così possiamo rafforzare la nostra filiera foresta legno, le imprese e le comunità che vi operano. Come Federazione Legno Arredo chiediamo al Governo di intervenire subito per calmierare questa bolla e alle imprese di prestare molta attenzione agli aspetti contrattuali”.

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