In una nota a cura di Michele Tacchini , Vicepresidente del Settore Ferramenta di ASSOFERMET, preparata ancora prima dell’avvenuto accordo tra il Presidente Donald Trump e la Presidente Ursula Von der Leyen (accordo che ad oggi non ha ancora portato alla definizione di norme ufficiali per i Dazi al 15 %) sono stati declinati gli effetti sui settore che già si potevano prevedere sarebbe stati più colpiti.
Settori quali l’agroalimentare, la moda, il farmaceutico, l’automotive, e la meccanica. Altro discorso per metalli e acciai che già viaggiano con Dazi al momento del 50 %, che sono sotto la lente d’ingrandimento dei rispettivi Settori ASSOFERMET.
Molto pesanti le conseguenze e le ricadute stimate sui rispettivi comparti industriali italiani ed anche sull’intero sistema Paese. A differenza di quanto si continua a dichiarare in ambito governativo, i Dazi al 15% definiti per le importazione in USA si stima avranno un costo che compreso che va dai 15 a 30 miliardi,
“Sarebbe veramente disastroso per un Paese trasformatore come il nostro, costretto a districarsi in una giungla ostile e pericolosa per l’intera economia nazionale. Ci saranno ricadute pesanti anche sull’occupazione, si parla di circa cento /centocinquantamila posti di lavoro a rischio si legge nella nota diffusa -. E’già stata rivista la crescita del PIL per il 2026: dal 1,2% allo 0,6%, Confindustria stima una perdita del Pil dello 0,25% per il 2026 e addirittura dello 0,8 % per il 2027.
Una grande incertezza finanziaria ci accompagnerà nei prossimi 2 anni, unitamente ad una politica monetaria molto difficile. Tutto questo coniugato con la consueta fragilità ed animosità della situazione politica italiana, dove assistiamo tutti i giorni a violenti duelli tra gli esponenti di maggioranza e opposizione, di certo non aiuterà a rasserenare gli animi e a permettere un ordinato ed efficace sviluppo della nostra economia.
Siamo sempre in emergenza e siamo sottoposti a normative europee sempre più complicate e cogenti. Troppe regole e troppe direttive talvolta astruse. Tutto questo ci porta, noi piccoli e medi distributori della ferramenta, a dover navigare in un mare procelloso e pieno di insidie. Non è per niente facile percorrere il nostro cammino soverchiati dai poteri forti, che non ci permettono di agire liberamente, secondo le nostre naturali inclinazioni.
L’Europa deve imparare a camminare da sola
I nostri dettaglianti stanno soffrendo molto questo clima di incertezza, e noi distributori grossisti non abbiamo altra percezione che quella di manovrare a vista, cercando di non andare a sbattere. Ogni previsione è impalpabile e fumosa”.
“Il mercato attuale è già molto difficile e questa turbativa gigante creata dai Dazi proprio non ci voleva – sottolinea tra l’altro Michele Tacchini , Vicepresidente del Settore Ferramenta di ASSOFERMET- . Sarà necessario avere molto coraggio e una buona dose di sangue freddo per superare queste asperità.
Noi speriamo che il nostro lavoro (tutta la filiera) non subisca un contraccolpo troppo duro e che gli effetti dei Dazi non intacchino tutto il mercato interno, e non producano fenomeni inflattivi pericolosi. Ci auguriamo per il futuro di poter lavorare più serenamente e produttivamente. Il problema dei Dazi però ci ha finalmente aperto gli occhi, su quanti pensavano di poter continuare ad andare avanti così.
L’Europa deve imparare a camminare da sola e a difendersi da sola, per crescere occorrono serietà, progettualità, innovazione e soprattutto coesione di tutte le componenti politiche, culturali e umanistiche…“


