Stando ai dati preconsuntivi rilasciati dall’Ufficio studi di Acimall (Associazione costruttori italiani macchine ed accessori per la lavorazione del legno), il 2012 è stato contraddistinto dal segno meno per le tecnologie dedicate alla lavorazione del legno e dei suoi derivati. I dati preconsuntivi elaborati confermano così le difficoltà incontrate dall’industria italiana di settore che, nel corso degli ultimi cinque anni, ha complessivamente perso circa il 30% del proprio fatturato. Rispetto al 2011 la produzione si stima sia calata del 9,8%, dato sul quale avrebbero pesato sia l’ulteriore compressione del mercato interno (-15%) che la flessione delle esportazioni (-8%). Caduta attesa, e ritenuta “fisiologica”, dopo il positivo rimbalzo registrato nel 2011 soprattutto per quanto riguarda le esportazioni “made in Italy” che aveva registrato un momento particolarmente favorevole. “Scontiamo in modo pesante la crisi dei nostri clienti italiani – ha commentato Paolo Zanibon, direttore di Acimall -. Il fatto che nel nostro Paese l’edilizia, il mobile e tutti i beni che nascono dal legno e dai suoi derivati registrino una dinamica negativa non può che bloccare qualsiasi investimento nei beni strumentali”. Contrazione della domanda confermata dalle importazioni, precipitate del 13,1% a dimostrazione che cominciano a “soffrire” pure i costruttori di tecnologia tedeschi e cinesi, che nel 2011 avevano messo a segno performance di ben altro livello. Pur con tutte le cautele possibili, i primi dati del 2013 sembrano indicare un possibile consolidarsi della situazione negativa, che determinerebbe una crisi di settore all’interno di una più globale crisi economica. “Impossibile invertire la rotta – ha proseguito Zanibon – senza interventi di sostegno da parte del governo”. “Confidiamo che il 2013 possa essere un anno di assestamento”, ha concluso il direttore di Acimall. “L’appuntamento con Ligna ad Hannover, la più grande fiera del settore, ci permetterà di avere le idee più chiare sulle linee di tendenza dei principali mercati di sbocco dell’industria italiana, anche se riteniamo che per parlare di “ripresa” si debba attendere il 2014”. Le esportazioni continuano a essere un capitolo di vitale importanza; la flessione dell’8 per cento, per quanto rilevante, va letta alla luce di un 2011 nel quale, come già ricordato, il “made in Italy” aveva registrato un momento particolarmente favorevole. E non è assolutamente semplice, per gli imprenditori italiani, operare in mercati in continua oscillazione.