Detrazioni

Buoni auspici per la stabilizzazione del 55%…Purchè rimodulato

Necessità di ampliare la platea dei fruitori e l'efficacia degli interventi

È certamente stato un segnale positivo quello arrivato la scorsa settimana dalla Commissione Ambiente della Camera con l’annuncio da parte del presidente, on. Ermete Realacci, dell’avvenuta approvazione all’unanimità della risoluzione, in seconda formulazione, sul credito di imposta del 55% per le misure a favore dell’efficienza energetica in edilizia della cui stabilizzazione ha accennato pure oggi il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando nella sua audizione in Commissione. Chiari i riferimenti pure ad alcuni punti toccati dalla risoluzione approvata.  Testo  che invita/impegna il Governo a stabilizzare l’eco-bonus del 55% per il risparmio energetico in edilizia, in scadenza a giugno; ad estenderlo anche al consolidamento antisismico degli edifici e a rimodularlo adattalo soluzioni nuove per favorire gli interventi di coibentazione dell’involucro. Questo è ciò che risulta nero su bianco nel testo approvato dalla Commissione e reso disponibile che di seguito riportiamo integralmente.

TESTO 2° FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La VIII Commissione, premesso che:

gli investimenti in edilizia di qualità, in risparmio energetico, in fonti rinnovabili, in innovazione e ricerca e, più in generale, in interventi di green economy, finalizzati alla riconversione ecologica dell’economia, sono un importante volano per la ripresa dell’economia italiana dalla grave e prolungata crisi economica in atto, perché consentono di coniugare l’obiettivo di maggiore competitività e di modernizzazione del Paese con un modello di sviluppo sostenibile per l’ambiente e la società, vicino alle esigenze delle persone, delle comunità e dei territori;  

l’Italia ha siglato accordi internazionali, con il protocollo di Kyoto, e con l’Unione europea nell’ambito del pacchetto «clima-energia» vincolanti per l’avvio di una transizione verso una economia a basso contenuto di carbonio attraverso un approccio integrato che preveda politiche energetiche e politiche per la lotta ai cambiamenti climatici; in tale contesto il contenimento delle emissioni di anidride carbonica per ridurre il rischio di mutamenti climatici è uno degli impegni più importanti e vincolanti per l’Italia;  
il perseguimento dell’efficientamento energetico è stato attuato anche mediante un sistema di incentivi fiscali efficaci e semplici per il cittadino, finalizzati a facilitare la realizzazione di interventi per l’efficienza energetica. Tra questi, particolare rilievo, hanno le agevolazioni fiscali del 55 per cento per interventi di riqualificazione energetica che hanno avuto un enorme successo. Secondo un’indagine del Cresme-Enea, già un anno fa il volume complessivo di interventi connessi a tale strumento è stato pari a 1.400.000, per un totale di 17 miliardi di euro di investimento complessivi, ed ha interessato soprattutto piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto. Da rilevare il forte impatto occupazionale derivante dalla misura del 55 per cento che ha contribuito ad attivare ogni anno oltre 50 mila posti di lavoro nei settori coinvolti, soprattutto piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto: dalle fonti rinnovabili alla domotica, dagli infissi ai materiali avanzati. Si sono così favorite un’importante innovazione e una spinta di tutto il comparto verso la qualità;
dal 1o luglio 2013 l’agevolazione fiscale del 55 per cento sarà sostituita con la detrazione fiscale del 36 per cento, originariamente prevista per le sole spese di ristrutturazioni edilizie che, dal 2012, è stata resa strutturale e definitiva;
nel contesto giuridico nazionale, le agevolazioni fiscali del 55 per cento per interventi di riqualificazione energetica rappresentano una delle misure più importanti di green economy attuate con rilevanti e significativi risultati anche per quel che riguarda i risparmi nella emissione di CO2, contribuendo così ad alleggerire la bolletta energetica delle famiglie. Infatti, tra una casa costruita con materiali innovativi secondo criteri di efficienza energetica e una casa costruita con tecniche vetuste e materiali di scarsa qualità esiste un risparmio medio di circa 1500 euro all’anno; 
in definitiva, come ormai confermato dalle varie indagini al riguardo, in primo luogo quella citata del Cresme-Enea, l’incentivo fiscale del 55 per cento è una delle misure anticicliche di gran lunga più efficaci attivate negli ultimi anni con effetti decisamente positivi sul bilancio del nostro Paese; 
tuttavia gli interventi hanno riguardato quasi esclusivamente la sostituzione di infissi, di caldaie e il solare termico. 
Gli interventi di coibentazione dell’involucro esterno, di importanza rilevante e realizzati al nord, hanno già evidenziato la notevole efficacia in termini di risparmio energetico. Tuttavia allo stato attuale solo una minima parte del patrimonio edilizio è stato messo in efficientamento energetico. La coibentazione dell’involucro rende efficiente l’edificio in termine di risparmio energetico sia nel periodo invernale sia in quello estivo, proteggendo anche dal calore. È così auspicabile che, attraverso il prolungamento dell’agevolazione fiscale del 55 per cento venga reso efficiente anche gran parte del patrimonio ricadente in aree del mezzogiorno; ciò può diventare un ottimo volano per l’economia in un territorio in particolare difficoltà. Le incentivazioni inoltre hanno riguardato solo il patrimonio edilizio privato. Occorrerebbe pertanto, anche tramite il supporto tecnico dell’ENEA, trovare soluzioni nuove per ampliare la platea dei soggetti fruitori ed estendere la riqualificazione agli interi edifici e agli interventi di consolidamento antisismico; il Cresme ha stimato che l’estensione della platea dei beneficiari ai beni strumentali potrebbe produrre un incremento del 40-50 per cento di tali investimenti; inoltre, come è noto, gran parte del patrimonio edilizio italiano è di qualità scadente e lontano dagli standard antisismici indispensabili nel nostro Paese. Sono soprattutto gli edifici pubblici a registrare un insufficientestandard di sicurezza e di qualità: oltre la metà delle scuole italiane è stata costruita prima del 1974, anno dell’entrata in vigore della normativa antisismica;
 
la Camera e, in particolare la Commissione ambiente e territorio, sia nella XV che nella XVI legislatura si è occupata del tema, con pareri e atti, tutti approvati pressoché all’unanimità per stabilizzare la misura del 55 per cento e per renderla applicabile a maggiori tipologie di intervento; in particolare, nella seduta del 18 gennaio 2012, il Governo ha accolto ed è stata conseguentemente approvata una risoluzione in merito alla stabilizzazione del credito d’imposta del 55 per cento per le misure di efficienza energetica degli edifici e alla loro estensione agli interventi di consolidamento antisismico;
 
nella «Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra» allegata al documento di economia e finanza 2013 (DEF) «l’incentivazione del risparmio energetico negli edifici esistenti attraverso la detrazione fiscale del 55 per cento» è indicata tra gli interventi ritenuti fondamentali «al fine di porre il Paese su un giusto percorso emissivo rispetto agli obiettivi annuali di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il periodo 2013-2020»;
 
la qualità dell’ambiente nel quale le persone e le famiglie vivono è fortemente influenzata dalle condizioni strutturali e funzionali degli edifici; particolare attenzione va dedicata alle fasce sociali più disagiate quali le persone diversamente abili, gli anziani e le giovani coppie, impegna il Governo:
a rafforzare le politiche ambientali e a favorire l’edilizia di qualità ed energeticamente efficiente attraverso iniziative dirette alla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, in particolare assumendo iniziative dirette a dare stabilità, se non ad incrementare, all’agevolazione fiscale del 55 per cento per l’efficientamento energetico degli edifici, (previa valutazione mediante perizia asseverata della classe energetica, con opportuni meccanismi di controllo), in relazione alla quale andrebbero favoriti: 
a) l’ampliamento dei Pag. 51soggetti fruitori del beneficio fiscale; 
b) l’estensione degli interventi al consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente, compresi gli interi edifici, rendendo obbligatoria la certificazione antisismica degli edifici pubblici e privati e i relativi controlli strutturali periodici; c) nuovi strumenti che vaglino l’efficacia degli interventi sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo economico in relazione ai periodi di fruizione della detrazione, con opportuni adeguamenti degli incentivi fiscali in base ai risultati ottenuti, con l’obiettivo di prevedere un periodo di ammortamento di cinque anni; 
d) l’individuazione di adeguate forme di incentivazione anche per i soggetti fiscalmente incapienti che intendano investire in interventi di efficientamento energetico, seguendo l’esempio delle ESCO, metodo applicabile anche in questi casi e che può favorire la qualità degli interventi; 
e) l’incentivazione dell’utilizzo di materiali di bioedilizia certificati; 
f) in ogni caso, nell’allestimento degli immobili, l’utilizzo di materiali e manufatti a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico; a prevedere una revisione dei meccanismi di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici in modo da garantire che i materiali e i beni utilizzati per la riqualificazione siano soggetti alla dichiarazione ambientale di prodotto così come disciplinata a livello comunitario e basata anche sul ciclo di vita del prodotto; ad assumere ogni iniziativa di competenza utile, anche nel quadro della revisione dei vincoli di bilancio e quindi del patto di stabilità, affinché sia consentito agli enti locali che abbiano risorse da investire, di realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, di riduzione del rischio idrogeologico, di efficientamento energetico degli edifici e di messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dagli ospedali, escludendo tali spese dal computo del patto di stabilità interno.” 

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