Economia

Le tariffe locali alimentano l’inflazione e aumentano di “peso”

Indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali

Meno elettricità e gas, più acqua potabile e trasporti extra-urbani: è questo il mix che, a cavallo tra 2012 e 2013, ha mantenuto su livelli sostenuti l’inflazione tariffaria e pesato su bilanci delle imprese e portafogli delle famiglie italiane. Nonostante la flessione apprezzabile rispetto al consuntivo 2012 – durante il quale l’aumento medio dei prezzi amministrati era stato del 6,6% – l’andamento tendenziale tra maggio 2012 e maggio 2013 si mantiene, infatti, al di sopra del 3%, soprattutto per via delle tariffe a controllo locale, cresciute in media del 4,9% nel periodo preso in esame, ben più di quelle a controllo nazionale (+3,5% in media nei dodici mesi). È quanto emerge dall’analisi di UNIONCAMERE  sull’andamento dei prezzi amministrati a controllo locale e nazionale – realizzata attraverso il proprio Istituto di ricerca specializzato nelle indagini su distribuzione e servizi (INDIS) – sulla base dell’Osservatorio “Prezzi e Mercati”“Per rilanciare i consumi e accompagnare i segnali di ripresa dell’economia ha dichiarato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello è indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. I tanti, piccoli mercati protetti che ancora resistono riducono il potere d’acquisto di famiglie e imprese e sono un freno alla ripresa. Serve più trasparenza della pubblica amministrazione per capire i meccanismi di formazione dei prezzi a livello locale e far sì che questi possano incentivare i comportamenti più virtuosi e penalizzare quelli più nocivi. L’uso intelligente delle tariffe di certi servizi può rivelarsi una leva importante per uno sviluppo locale più equo e sostenibile. A condizione di far crescere le capacità di monitoraggio e di gestione da parte dei comuni.

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