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Possibile aumento ritenuta d’acconto Bonus. Per UNICMI insostenibile drenaggio liquidità

UNICMI rende noto che opererà immediatamente presso Esecutivo e Parlamento affinché la percentuale della ritenuta d’acconto sia confermata all’attuale 4%

Immagine Garzia UNCSALLNella Legge di Stabilità 2015 licenziata dal Governo di cui ad oggi non è stato diffuso il testo definitivo, oltre alla proroga di un anno dei bonus fiscali per le ristrutturazioni edilizie, la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica, con le stesse aliquote di detrazione,  è inserita pure la proposta di innalzamento dal 4 all’8% della ritenuta d’acconto sui bonifici bancari a carico degli operatori dell’edilizia. Nel ribadire, da parte nostra, che quello circolante è e rimane ancora una bozza, e quindi possibile oggetto di ritocchi dell’ultimo minuto,  sull’aumento di ritenuta proposto  UNICMI ricorda che tale ritenuta fu introdotta dal Governo Berlusconi con due motivazioni sostanziali : fare cassa con entrate immediate e introdurre un monitoraggio oggettivo delle entrate delle imprese operanti nell’edilizia derivanti dai bonus edilizia.  Nel 2010, viene ricordato, UNCSAAL, insieme all’intero settore delle costruzioni, condusse una battaglia per ottenere la riduzione della ritenuta d’acconto dal 10% (fissato dall’allora Governo Berlusconi) ad una percentuale sostenibile dagli operatori dell’edilizia. Questa impostazione fu accettata da Esecutivo e Parlamento e la percentuale fu ridotta al 4%, percentuale attualmente ancora in vigore. A proposito della proposta di raddoppio della percentuale della ritenuta d’acconto contenuta nella Legge di Stabilità 2015, stando al comunicato diffuso , il coordinatore scientifico dell’Ufficio Studi Economici UNICMI Carmine Garzia (nell’immagine), ha dichiarato: “Se si considera che dall’inizio della crisi il settore ha perso circa il 35% del valore della produzione  aggregata e il reddito operativo (prima degli interessi passivi degli oneri straordinari e delle tasse) si è più che dimezzato passando dal 6% del valore della produzione del 2008 a meno del 3% del 2013, il raddoppio dell’aliquota della ritenuta d’acconto rischia di essere insostenibile dalla maggioranza degli operatori.” Pertanto UNICMI rende noto che opererà immediatamente presso Esecutivo e Parlamento affinché la percentuale della ritenuta d’acconto sia confermata all’attuale 4% permettendo in questo modo alle aziende di mantenere una liquidità sufficiente a non ridurre investimenti nei processi  di innovazione tecnologica.

 

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