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Rischiosità imprese italiane: livello sempre alto ma si intravedono segnali di miglioramento

Imprese operanti nell'edizia sempre tra quelle più a rischio insolvenza, ma ancora maggiore è il rischio nel commercio all’ingrosso che risulta ora collocarsi al secondo posto nella classifica dei settori a maggiore rischio (17,89%).

Rischiosita imprese 1Stando ai dati raccolti e alle ultime analisi della rischiosità effettuate dall’osservatorio di  CRIBIS D&B, per l’anno in corso  sembrano evidenziarsi elementi tendenzialmente positivi per quanto riguarda la rischiosità delle aziende in Italia, ovvero sulla probabilità che un’azienda generi insoluti commerciali nei 12 mesi successivi. Nonostante i dati nella loro crudezza si presentino ancora negativi paragonati a quelli rilevati 6 anni fa, il trend, per quanto riguarda la rischiosità aziendale di livello basso, appare in crescita dello 0.39% rispetto al 2013. Negli ultimi 5 anni la percentuale di aziende a bassa rischiosità è passata dal 9,53% del 2008 al 6,37% del 2014. Spaccando i dati per macro settori non sorprende certo che sia l’industria estrattiva a registra la percentuale maggiore di aziende ad alta rischiosità (18,40%), ne che pure nell’edilizia le imprese ritenute affidabili non raggiungono il 2%, mentre suscita una qualche sorpresa che il commercio all’ingrosso risulti ora Risdchiosita imprese 2collocarsi al secondo posto nella classifica dei settori a maggiore rischio (17,89%).  Passando alle dimensioni  aziendali, risultano essere sempre le Piccole imprese a mostrare una rischiosità più elevata (11.46%). Bene invece le medie e grandi imprese con oltre il 35% del totale in corrispondenza della categoria “Rischiosità Bassa”. Anche per il 2014, Nord Est (9.23%) e Nord Ovest (8.86%) si confermano le aree geografiche in cui i partner commerciali si concentrano nella categoria “Bassa rischiosità”. Male il Sud e le Isole dove invece, le aziende a rischiosità alta, rappresentano il 12.71% del totale delle società presenti nel territorio. Lazio, Campania e Sicilia rappresentano le regioni con la quota maggiore di imprese ad alta rischiosità, con valori rispettivamente del 15.85%, 14.25% e 13.93%. Incisivo il miglioramento della Calabria che registra nella categoria considerata una riduzione di oltre 3 punti percentuali rispetto ai dodici mesi precedenti.

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