narmativa

Forniture “senza” IVA. Le preoccupazioni ANFIT si trasformano in interpellanza parlamentare

A presentare l'interpellanza Guido Guidesi (Lega Nord) perché lo strumento “associato con il meccanismo del reverse charge, ossia l'inversione contabile, soprattutto dopo l'ultima estensione operata dalla finanziaria 2015, può costituire un viatico per aggirare il pagamento dell'imposta con grave pregiudizio per le aziende italiane"

On. GuidesiPossibile importare in maniera perfettamente legale prodotti da costruzione, come le finestre, provenienti da Paesi dell’Unione Europea senza pagare l’IVA. La segnalazione apparsa all’inizio di giugno sulla newsletter di Finco, la Federazione delle Associazioni delle Industrie, si è trasformata in  interrogazione parlamentare . A renderlo noto è ANFIT – associata Finco – che riprendendo il contenuto della segnalazione rimarca come l’esempio citato sia stato davvero calzante: “…Un’azienda polacca vende ad un’azienda Italiana il lotto dei prodotti da costruzione senza l’aggravio dell’IVA; a sua volta l’azienda italiana si autofattura l’imposta dell’IVA ed entro il mese utilizza lo strumento del reverse charge fra stati per annullare l’imposta”.  Ciò a causa di una normativa comunitaria che risale al 1993 e pensata, allora, come “norma transitoria” ma rimasta tuttora in vigore.  “A causa dell’allargamento dell’Unione a Paesi fortemente competitivi per costo di manodopera e di energia e tassazione – si legge nella nota diffusa da ANFIT – oggi quello strumento si sta rivelando fortemente punitivo per le aziende italiane della filiera delle costruzioni. Penalizzate due volte: dai prezzi fortemente competitivi dei prodotti dell’Est e dall’assenza di IVA nelle fatture dei produttori est europei. Un vantaggio che può raggiungere il 22%”. La denuncia di Finco, che ha raccolto le preoccupazioni dei soci di ANFIT, si  quindi trasformata qualche giorno dopo nell’interpellanza dell’on. Guido Guidesi della Lega Nord al ministro Pier  Carlo Padoan. L’on. Guidesi (nell’immagine) ha lanciato un grido d’allarme perché lo strumento “associato con il meccanismo del reverse charge, ossia l’inversione contabile, soprattutto dopo l’ultima estensione operata dalla finanziaria 2015, può costituire un viatico per aggirare il pagamento dell’imposta con grave pregiudizio per le aziende italiane”. La presidente di ANFIT Laura Michelini dichiara: “L’associazione nata per difendere i produttori italiani di finestre, appoggia pienamente l’azione dell’onorevole Guidesi così come la denuncia di Finco per ristabilire una piena armonizzazione dell’IVA dei prodotti da costruzione all’interno dell’Unione Europea. Occorre metter in soffitta quella norma comunitaria pensata per agevolare le transazioni tra paesi dalle economie simili. Oggi, a causa degli forti squilibri tra paese e paese, quella normativa rischia di uccidere le industrie nazionali”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome