I tassi di interesse dei mutui casa praticati dalle banche italiane per l’acquisto dell’abitazione nel primo semestre del 2015 risultano essere ancora più alti del 9 % circa rispetto agli atri Paesi all’area dell’Euro (solo i Paesi Bassi registrano un tasso medio superiore al nostro) tuttavia il divario continua a diminuire. “A giugno di quest’anno – fa notare una nota dell’ufficio studio CGIA di Mestre – il tasso medio riferito alle nuove operazioni di acquisto di abitazioni mediante la sottoscrizione di un mutuo da parte delle famiglie si è attestato in Italia al 2,20%, rispetto a una media in Eurolandia del 2,02%.” Nonostante ciò, viene sottolineato come negli ultimi anni il differenziale tra il nostro Paese e il resto d’Europa si sia notevolmente ridotto: ancora nel 2013 si attestava infatti al 22,4 %, per poi ridursi nel 2014 al 13,2% , per attestarsi al giugno di quest’anno all’8,9%. Se analizziamo invece l’andamento delle consistenze erogate dagli istituti di credito attraverso i mutui alle famiglie dell’area Euro, la nota di CGIA segnale che dal 2011 al 2015 l’incremento risulta essere stato del 2,6%, mentre in Italia il dato è rimasto pressoché stazionario: -0,7 %. In termini assoluti, lo stock che le banche italiane hanno erogato al 30 giugno di quest’anno è pari a 359 miliardi di euro. Valore nettamente inferiore rispetto al dato olandese (401,9 miliardi di euro), a quello spagnolo (565,8 miliardi), a quello francese (875,8 miliardi) e a quello tedesco (1.061,3 miliardi). Si pensi che dal 2011 al 2015 in Francia l’aumento percentuale è stato di 9,4 punti e in Germania di 9,3 punti. “Sebbene i tassi siano in calo – ha segnalato Paolo Zabeo di CGIA – gli effetti positivi di questa tendenza li avvertiremo, molto probabilmente, solo verso la fine dell’anno. Purtroppo, la situazione del mercato delle nuove abitazioni rimane ancora molto difficile, con pesanti ricadute su tutto il comparto dell’edilizia. Segnali interessanti, invece, si registrano nei settori delle ristrutturazioni/risanamento conservativo che sono orientati ad aumentare il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Grazie alle detrazioni fiscali del 50 e del 65 per cento, la domanda di queste misure, soprattutto al Centro-Nord, resta molto elevata.”