Era il dicembre 2014 quando il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker aveva annunciato di voler ritirare e norme relative al pacchetto economia circolare dal programma della Commissione 2015, con la promessa di “”farne di migliori il prossimo anno“.Trascorsi 12 mesi, è puntualmente arrivata la nuova proposta. Attraverso un maggior ricorso al riciclaggio dei rifiuti e al riutilizzo dei materiali, le azioni proposte si propongono come “il tassello mancante” nel ciclo di vita dei prodotti, a beneficio sia dell’ambiente che dell’economia. Una transizione finanziata con circa 6 miliardi di euro provenienti dai fondi strutturali e d’investimento europei. “Oggi affermiamo che l’Europa è il luogo migliore per insediare attività sostenibili e rispettose dell’ambiente” ha sostenuto il commissario europeo responsabile per lo Sviluppo sostenibile Frans Timmermans (nell’immagine). “Passare a un’economia più circolare vuol dire rimodellare l’economia di mercato e migliorare la nostra competitività. Se riusciremo a usare le risorse in modo più efficiente e a essere meno dipendenti da materie prime ormai scarse, potremo sviluppare un vantaggio competitivo. Il potenziale di creazione di posti di lavoro dell’economia circolare è enorme, e la domanda di prodotti e servizi migliori e più efficienti è in piena espansione”, ha rilanciato il commissario responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività Jyrki Katainen. La strategia presentata dalla Commissione riguarda innanzitutto i rifiuti, ma il pacchetto include pure altre interessanti misure nell’ambito del piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile, meglio nota come ecodesign; lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie ed una strategia per le materie plastiche, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità e presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche ed altro ancora
