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Economia circolare made in Italy per una crescita sostenibile dell’economia. La proposta ENEA

Prsentato a Roma un piano d'azione made in italy articolato in 4 punti. Piano nel quale ENEA si propone come Agenzia nazionale per l'uso efficiente delle risorse sull'esempio di quanto fatto in altri Paesi

enea-circolareUn Piano di azione in quattro punti per favorire la transizione verso l’economia circolare, un nuovo modello di sviluppo del nostro Paese che coniughi competitività, innovazione e sostenibilità ambientale. Lo ha presentato il presidente dell’ENEA Federico Testa in occasione del convegno “Innovazione e competitività: la via italiana alla circular economy”, che ha riunito ieri a Roma esponenti di istituzioni quali Presidenza del Consiglio, Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, di associazioni come Confindustria, ABI e Legambiente e di grandi aziende . Il Piano nasce come un contributo programmatico alla creazione di un’economia circolare made in Italy, attraverso un percorso sviluppato in quattro punti: creazione di un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse sull’esempio di Germania, Giappone e Stati Uniti; semplificazione normativa con un focus specifico sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti; sinergia tra PA, ricerca e imprese; trasferimento di tecnologie per l’innovazione del sistema produttivo nazionale. “Il nostro Paese è pronto per la transizione verso un’economia circolare che garantirebbe una crescita economica sostenibile e nuovi posti di lavoro in chiave green – ha sottolineato Federico Testa. Da qui la nostra proposta di un manifesto programmatico dell’economia circolare che si esplicita in un Piano di azione incentrato sulla creazione di un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse. Per il suo ruolo super partes  l’ENEA potrebbe ricoprire questa funzione di Agenzia, assicurando il necessario coordinamento a beneficio di imprese e PA”.  “Istituzioni, enti di ricerca e imprese –  ha commenta Roberto Morabito, direttore del dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA – sono già attivi in questo ambito con numerose iniziative, che restano però troppo spesso isolate. Occorre quindi individuare soluzioni tecnologiche ottimali per la chiusura dei cicli produttivi; semplificare il quadro normativo con un’attenzione specifica alla cosiddetta legislazione end of waste e al regolamento REACH sulla cessazione dello status di rifiuto; incrementare la collaborazione tra imprese, ricerca e pubblica amministrazione; accrescere l’innovazione del tessuto produttivo”.

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