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La Design economy parla italiano. Italiano 1 addetto su 5. Leader anche nei brevetti

Il Registered Community Design, lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale, vede il nostro Paese secondo dopo la Germania. Nel complesso, sulle 32 categorie aggregate previste nella classificazione, in 22 casi ci collochiamo tra i primi tre Paesi per numero assoluto. L’Italia è sul podio in 22 categorie: in 4 casi come primi, in 8 come secondi ed in 10 come terzi compresa la categoria “costruzione ed elementi per le costruzioni”.

Gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre, all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo” con questa frase di Carlo M. Cipolla è stato presentato presso l’Istituto italiano di cultura di Madrid il report Design economy. Ricerca effettuata da Fondazione Symbola nell’ambito della prima giornata del Design italiano nel mondo (Italian Design Day), iniziativa organizzata dalla Direzione Generale del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che ha visto l’organizzazione di oltre 100 eventi in altrettante città nel mondo. Design che pure i numeri nel loro complesso, oltre che la storia, confermano essere il marchio di fabbrica del made in Italy. Presentata da Domenico Sturabotti, direttore di Symbola, lo studio  Design economy evidenzia inoltre come il design si sia dimostrato in negli anni di recessione come una delle più solide strategie anticrisi all’interno dell’Unione Europea: le oltre 175.000 imprese di design europee hanno prodotto nel 2015 una ricchezza di circa 26 miliardi di euro, il 49,4% in più del 2010. E il nostro Paese, in questo quadro, mantiene un ruolo di leadership. Rimandandovi al numero di Aprile di ”serramenti+design” i numeri principali  della Design economy “dicono” che per numero di imprese con 29 mila attività l’Italia è seconda solo alla Francia (34mila), segue la Germania ( 23mila), la Gran Bretagna (21mila) e la Spagna (5mila). Con 4,4 miliardi di euro di fatturato del design (poco meno dello 0,3% del Pil nazionale) l’Italia è seconda tra le grandi economie europee dopo la Gran Bretagna (8,8 miliardi), davanti a Germania (3,6), Francia (1,9) e Spagna (1,0). Da podio anche la specializzazione del Paese: l’Italia è seconda, sempre dietro il Regno Unito (0,17%), per incidenza del fatturato del design sul totale dell’economia: 0,15%, quasi il doppio della media dell’Unione europea (0,09%), molto più della Germania (0,06%) e di Francia e Spagna (0,05%). In Europa, quasi un addetto nel design su cinque (17,4%) è italiano. Se osserviamo il valore aggiunto per addetto negli ultimi anni (2013 – 14), la sola Spagna (+23,8%, che parte però da livelli molto più bassi dell’Italia) evidenzia performance migliori del nostro Paese (+7,8%), mentre sono negative la media dei risultati dell’Unione europea (-1,0%) e il risultato di Regno Unito (-5,2%), Germania (-11,7%) e Francia (-13,7%). “Il design – ha spiegato il presidente di Symbola, Ermete Realaccinon è legato solo all’estetica ma anche alla capacità di risolvere problemi complicati, che vale oro nella complessità contemporanea: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Ieri come oggi il design è l’infrastruttura immateriale del made in Italy, e non è un caso se le imprese di design prosperano lì dove ci sono le Pmi che fanno il made in Italy”. Oggi il design, ha proseguito Realacci, serve a rispondere a nuovi bisogni: “Ad esempio è un elemento essenziale nella progettazione dei prodotti hi-tech: non è un caso se Google per i suoi glass si è rivolto ad un’impresa italiana; non è un caso se Giugiaro oggi ha iniziato a disegnare anche auto elettriche per grandi aziende cinesi. E siccome il design rinnova l’idea di progetto e risponde ai bisogni e alle vocazioni dei tempi, oggi assume e veicola nei prodotti anche i dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità”. E le performance dell’Italia vanno oltre il fatturato e la specializzazione: il nostro Paese è uno dei leader anche nei brevetti. Il Registered Community Design, lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale, vede il nostro Paese secondo dopo la Germania. Nel complesso, sulle 32 categorie aggregate previste nella classificazione, in 22 casi ci collochiamo tra i primi tre Paesi per numero assoluto. L’Italia è sul podio in 22 categorie: in 4 casi come primi, in 8 come secondi ed in 10 come terzi compresa la categoria “costruzione ed elementi per le costruzioni”.

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