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Italia da record mondiale per surplus Manifatturiero. Al top nei “desiderata” esteri

I fattori vincenti del made in Italy si confermano essere la creatività, l’innovazione, il design, la diversificazione e la propensione a realizzare beni quasi “tailor made” per i clienti, anche in settori hi-tech come la meccanica. Anche per questo l’Italia esprime 844 prodotti da record per saldo commerciale attivo con l’estero

Pure il rapportoI.T.A.L.I.A. 2017Geografie del nuovo made in Italy realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e dalla Fondazione Edison di Marco Fortis presentato nella sessione di apertura della 2 giorni di lavori ( 7 e 8 luglio) del  XV Seminario estivo di Symbola, traccia il profilo di un un’Italia appassionata e apprezzata nel mondo, che produce ricchezza puntando su qualità e innovazione. Un’Italia di cui essere orgogliosi di cui troppo, troppo spesso,  non diffusa e piena consapevolezza. I dati presentati smentiscono ancora una volta i tanti luoghi comuni sulle caratteristiche di un sistema economico che i numeri dicono essere innovativo, versatile, creativo, reattivo, competitivo. Un sistema ancora capace di essere vincente a livello mondiale. Tanto che nel triennio 2014-2016 le esportazioni nazionali risultano essere cresciute di 26,7 miliardi di euro, seconda migliore performance in valore assoluto tra i 4 maggiori Paesi dell’Eurozona dopo la Germania. Facendo guadagnare, nel 2016, alla nostra bilancia commerciale un nuovo surplus record con l’estero: 51 miliardi di euro. Da record anche il surplus commerciale manifatturiero, quello dell’Italia è infatti il quinto al mondo – con 90,5 miliardi di euro al 2016 – dietro alla Cina, alla Germania, alla Corea del Sud e al Giappone. Come meglio tracceremo su uno dei prossimi numeri di “serramenti + design“. Si stratta di performance sostenute da migliaia di imprese medio-grandi, medie e piccole che fanno competere l’Italia sui mercati globali grazie alle capacità di essere flessibili, attive in tanti campi diversi e di operare con modalità quasi “sartoriali”. I fattori vincenti del made in Italy si confermano essere la creatività, l’innovazione, il design, la diversificazione e la propensione a realizzare beni quasi “tailor made” per i clienti, anche in settori hi-tech come la meccanica. Anche per questo l’Italia esprime 844 prodotti da record per saldo commerciale attivo con l’estero. Un risultato di tutto riguardo, raggiunto grazie a una scelta decisa sulla qualità. Il rapporto si apre con i risultati di una un’indagine condotta da Ipsos sull’immagine e l’attrattività del Bel Paese in 19 stati, inclusa l’Italia. L’analisi evidenzia come a livello globale il nostro Paese rimanga uno dei più apprezzati al mondo, capace di infondere un senso di appartenenza collettivo. Siamo il primo Paese al mondo nella top list delle vacanze più desiderate. L’Italia è terza, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, per livello di notorietà tra gli intervistati. La conoscenza del nostro Paese si fonda su più aspetti: è noto l’immenso patrimonio culturale e architettonico, sono molto note e apprezzate la competenza, creatività e unicità della moda, così come molto apprezzata è l’enogastronomia. Ma lo sono anche l’apertura, la tolleranza e l’attenzione verso l’ambiente. Anche se gli italiani hanno una percezione di sé molto inferiore rispetto a quella che all’Estero si ha del nostro Paese. “C’è un’Italia – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – in grado di parlare al mondo con i suoi talenti, la sua creatività, il suo territorio, la sua bellezza. Capace con le sue energie migliori di affrontare a testa alta le sfide per il futuro a partire da quelle del clima, di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo, della ricostruzione delle aree terremotate. Troppo spesso questo Paese non ha piena coscienza delle proprie potenzialità. Tanto che è una delle Nazioni al mondo in cui è maggiore la forbice tra percezione interna, spesso negativa, e percezione esterna positiva e favorevole. Un’Italia che fa l’Italia può essere protagonista insieme all’Europa delle grandi questioni aperte che abbiamo di fronte”. “L’Italia è percepita come un bouquet di eccellenze di prodotti, di brand e di territori – ha ribadito il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli. – In sette anni le nostre esportazioni sono cresciute significativamente (+43%) e per saldo commerciale su quasi mille prodotti siamo leader nel mondo o nelle primissime posizioni. Da oltre dieci anni, inoltre, l’Italia è in vetta per pernottamenti di turisti non europei (60 milioni di notti). E possiamo fare di più per sfruttare il nostro potenziale. Ci sono almeno 70 mila imprese potenzialmente esportatrici che potrebbero varcare i confini nazionali perché hanno tutte le carte in regola per farlo. Il digitale è un moltiplicatore di esportazioni e di innovazione e cresce quotidianamente il numero delle imprese che comincia a utilizzarlo grazie anche a Industria 4.0. Ogni impresa in più che comincia a utilizzare l’e-commerce raddoppia il fatturato. E sono ancora tantissime quelle che non l’utilizzano. Sono questi i campi – conclude- sui cui le Camere di commercio stanno lavorando”.

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