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Patrimonio gestito fondi immobiliari: 2017 anno “d’oro”… E l’Italia si allinea

Nel corso del 2017, a chiusura dei bilanci, il patrimonio immobiliare netto (Nav) dei fondi attivi in Italia sarebbe arrivato a toccare i 53 miliardi di euro, con un incremento anno su anno del 10,4% .

Presentato oggi a Milano da Scenari immobiliari il 32° rapporto “I fondi immobiliari in Italia e all’estero”, articolato studio che evidenzia come, in termini di patrimonio gestito, il 2017 si pone a livello mondiale come il secondo miglior anno di sempre. Nelle diverse forme di fondi immobiliari considerati (quotati, non quotati, Reit) il patrimonio complessivamente gestito a fine del 2017 si attesterebbe infatti 2.830 miliardi di euro, facendo segnare un aumento dell’8% sul 2016, e risultando sempre largamente concentrato ( 77%) nelle società di investimenti immobiliare (REIT). Tendenza alla crescita che si rafforza e si consolida anche in l’Italia. Nel corso del 2017, a chiusura dei bilanci, il patrimonio immobiliare netto (Nav) dei fondi attivi sarebbe arrivato a toccare i 53 miliardi di euro, con un incremento  anno su anno del 10,4% .

Valore che rende realistica la previsione formulata che si possa arrivare a fine 2016 a 55 miliardi di euro. “In Italia – ha spiegato Mario Breglia (nell’immagine ) presidente di Scenari Immobiliari – il patrimonio immobiliare detenuto direttamente dai fondi è di 58 miliardi di euro, compresi gli investimenti esteri, con un incremento dell’8,4 per cento sul 2016. Sono in aumento i fondi attivi, 420 in totale, anche per l’utilizzo come veicolo da parte dei soggetti esteri che, in modo crescente, operano nel mercato immobiliare italiano. L’indebitamento del sistema fondi è in costante calo e ora ammonta a 24 miliardi di euro, con un’incidenza del 41,3 per cento sul patrimonio. Nel 2010, ad esempio, era pari al 57 per cento del sistema. In questo Rapporto sono presentati, per la prima volta, anche i dati relativi alle sgr del sistema, il cui fatturato complessivo nel 2017 è stato di circa 320 milioni di euro, con circa 1.200 addetti. Gli acquisti nel corso dell’anno sono stati pari a 7,6 miliardi di euro a fronte di 4,4 miliardi di dismissioni. Le prospettive per il 2018, sulla base delle indicazioni raccolte tra le sgr, sono positive e in linea con l’anno precedente. Il cambiamento politico, al momento, non sembra aver modificato le strategie degli operatori che, anzi sono ottimisti sul prossimo triennio e credono nella crescita del settore, con più fondi e una maggiore diversificazione di prodotti.”

Nel corso dell’anno quindi il mercato nazionale dovrebbe allinearsi al resto dei Paesi europei considerati (Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia). Paesi nei quali, complessivamente, dopo la lieve flessione registrata nel biennio 2008-2009, il patrimonio dei fondi ha ricominciato a crescere ad un ritmo medio del 7,3 % annuo nel periodo 2010-2013, per accelerare ulteriormente negli anni successivi, con una crescita di circa il dieci per cento nel 2015 e nel 2016. “Nel 2017 – ha dichiarato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, illustrando il Rapporto – l’attività dei fondi immobiliari in Europa è stata importante. Vendite e acquisizioni di patrimoni, oltre alla costruzione di nuovi veicoli, sono state sostenute da risultati positivi del settore immobiliare e da un clima di rinnovato ottimismo dovuti al consolidamento della crescita economica, alla consistente liquidità circolante e alla sostanziale stabilità dei tassi che hanno contribuito a confermare più appetibile l’investimento immobiliare rispetto a quello obbligazionario. Le previsioni raccolte per il 2018 tra i principali operatori europei sono di una crescita del patrimonio di oltre il cinque per cento. Anche il numero di fondi conferma il quadro previsivo.

Il rapporto comprende anche i risultati previsionali espressi per l’Italia dalle società aderenti al gruppo di lavoro attraverso la compilazione di un questionario, con l’obiettivo di dare evidenza della percezione che queste hanno rispetto al futuro del mercato immobiliare nazionale e dei fondi immobiliari e sulle attese derivanti dai maggiori cambiamenti in atto e dalle conseguenti ricadute sulle società stesse e sulle operazioni di investimento future. “Ha collaborato il novanta per cento delle Sgr” viene sottolineato. Riguardo le indicazioni rilevate per i prossimi tre o cinque anni, oltre la metà delle società si aspetta una stabilità e circa un terzo un miglioramento mentre nessuna Sgr ha dato evidenza di prospettare un peggioramento. Sgr che si aspettano una generale stabilità dei prezzi per le compravendite in tutti i comparti, ad eccezione dei capannoni per i quali 40% prevede una moderata contrazione dei valori. I gestori ritengono che sarà il nord ovest del Paese la macro area territoriale che attirerà i maggiori investimenti principalmente in spazi per il lavoro condivisi (93%), case per gli studenti e uffici (87%), seguiti dal senior housing (80%); per quanto riguarda il nord est, rimane alto l’interesse per lo sviluppo di capannoni logistici (80 %) e industriali (67%), Rsa e senior housing (60%) seguiti da campus tecnologici e superfici per la grande distribuzione. Il centro Italia risulta interessante per l’investimento in negozi e alberghiero (73%), residenziale finalizzato alla vendita (53 %) e per uffici e capannoni logistici (87%). Per quanto riguarda il sud e le isole, le società ritengono che possano essere aree interessanti principalmente per lo sviluppo alberghiero (67 %), seguito dalle superfici commerciali destinate alla grande distribuzione (27%).

 

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