La vetroresina come materiale sicuro

La sterilizzazione al vapore e il trattamento periodico con prodotti quaternari per garantire la massima igiene ai pannelli in vetroresina

In un momento in cui la sicurezza e l’igiene vengono viste come priorità, oltre ai trattamenti antibatterici e alle specifiche finiture da applicare sui vari supporti, ci si chiede se anche i materiali ‘classici’ possano avere caratteristiche insite compatibili con la ricerca di massima sicurezza. Per la vetroresina Serramenti Design e Componenti ha chiesto il parere di Luciano Zonta, di Kronos.

“Come ottenere una superficie “antibatterica”, che renda improbabile la trasmissione per contatto di batteri e virus? Ovviamente non si può prescindere dal materiale di base, è ovvio che materiali organici o porosi possono accumulare con più facilità particelle estranee potenzialmente infette. Noi operiamo con superfici in vetroresina, materiale che di per se è atossico, biologicamente inattivo con una superficie neutra, antibatterica e antimicotica che certamente è sfavorevole alla moltiplicazione del virus.

Inoltre, data la resistenza del materiale a una grande quantità di composti chimici, così come alle alte temperature, le nostre “superfici” possono essere pulite ed igienizzate con una vastissima gamma di prodotti detergenti e chimici senza rischio di deterioramento. Aggiungiamo ciò che è consentito a pochi altri materiali: le nostre “superfici” possono essere sterilizzate a vapore senza problemi. 

In realtà il problema di fondo è la durata del trattamento igienizzante, e quindi la frequenza con la quale deve essere ripetuto. Ad ogni utilizzo? Dopo alcune ore? Ad intervalli più lunghi? In questa problematica vengono utili trattamenti superficiali appositi, messi a disposizione in tempi recenti dalla ricerca. Si è dimostrata infatti l’efficacia degli ioni metallici, in particolare l’argento, nel limitare la riproduzione dei micro e dei nanoorganismi. Sono trattamenti ad oggi “speciali” eseguiti su specifica richiesta di una utenza specializzata e molto sensibile al problema, quindi utenza medica e paramedica o affine, ma certamente l’esigenza si sta imponendo in molti altri luoghi di comunità, quindi non è detto che, con l’aumentare dell’interesse e della richiesta la tipologia di trattamento non diventi tanto comune da diventare la norma.

Da parte nostra, oltre all’opzione appena menzionata possiamo suggerire anche il trattamento periodico della superficie con prodotti quaternari che, data la finitura superficiale del materiale, hanno una ottima aderenza e quindi mantengono efficacia certamente per molte ore”.

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