Per gli italiani questo è il momento meno favorevole degli ultimi 12 mesi per ristrutturare casa, cambiare infissi e serramenti e, più in generale, di fare acquisti.
Momentanea (?) perdita di interesse all’acquisto che come dettaglieremo più avanti coinvolge la sostituzione di infissi e serramenti ma non le pompe di calore.
Secondo quanto rilevato Osservatorio Findomestic di agosto, sondaggio realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra, a pesare negativamente sulle intenzioni d’acquisto nei prossimi mesi (-5,9%) sono stati l’instabilità politica unita allo spettro dell’inflazione.
Il sondaggio ha, infatti, rilevato negli ultimi giorni di luglio oltre ai timori ormai consolidati verso l’aumento dei prezzi (48%) e una possibile recessione economica del Paese (41%), una montante preoccupazione per l’instabilità politica (25%), che mette a rischio per l’11% degli intervistati l’erogazione dei fondi PNRR all’Italia, e una crescente ansia per il cambiamento climatico (35%).
A tali fattori si aggiungerebbe, nel comparto casa, il recente aumento dei tassi da parte della BCE da qui il rilevamento del pesante arredamento registrato (-31,5%) della propensione all’acquisto per gli immobili e il più contenuto calo (-6,8%) delle intenzioni di ristrutturare la propria abitazione.
Ristrutturazione che se riferita all’efficientamento agevolato vede in crescita solo il desiderio/volontà di dotarsi prima dell’inverno solo di pompe di calore (+1,4% di intenzioni d’acquisto), mentre in calo risultano essere le altre tipologie di interventi considerati : -16,1% per il fotovoltaico / solare, -9,9% per isolamento termico, -2,7% di propensione all’acquisto di caldaie a condensazione e biomassa e -4,1% per infissi e serramenti.
“In un contesto come quello attuale – ha commentato Claudio Bardazzi, Responsabile Osservatorio Findomestic – abbiamo riscontrato come il nostro campione si ritenga meno ottimista per il prossimo futuro (-6 punti percentuali in un mese) nonostante diminuiscano (dal 65% di fine giugno al 58% di fine luglio) quanti percepiscono i prezzi “molto in crescita”. La maggior parte degli italiani continua ad avvertire i maggiori rincari per carburanti e bollette (rispettivamente l’84% e il 79%), ma oggi una parte consistente del campione li riscontra anche nel settore degli alimentari freschi e confezionati (73 e 68% delle risposte), oltre che nei bar e nelle pizzerie (61%)”.
