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Creare la più grande “foresta invisibile” al mondo sfruttando le facciate degli edifici

In occasione degli Stati Generali sulla Qualità dell’Aria, istituzioni, comunità scientifica e imprese sono scese in campo stringendo un’alleanza strategica: l’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria attraverso la creazione di un’enorme “foresta invisibile” di ben 10 km², in grado di disgregare più di 2.000 tonnellate di principali inquinanti al pari di 4,3 milioni di alberi, grazie all’applicazione delle tecnologie fotocatalitiche

Creare la più grande "foresta invisibile" al mondo sfruttando le facciate degli edificiUna riduzione, entro il 2030, di più di 2.000 tonnellate di ossidi di azoto all’anno presenti nell’aria delle principali metropoli italiane, l’equivalente del potere antismog di una “foresta invisibile ” pari a 1.430 campi da calcio per un totale di 10 km².

Questo uno degli obiettivi dell’evento “Liberi di respirare insieme” promosso a Milano da REair, con il patrocinio di Green Building Council Italia e della Fondazione Politecnico di Milano, ha messo a confronto, attorno allo stesso tavolo, istituzioni, imprese, mondo accademico e comunità scientifica, tutti uniti in un’alleanza strategica per un bene comune, rappresentato dalla creazione di innovazione e sostenibilità a tutela dell’ambiente e delle persone, nel pieno rispetto dei criteri per uno sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda ONU 2030.

Per mettere in pratica questo obiettivo diventa fondamentale sfruttare le skyline delle metropoli italiane sulle quali applicare un velo fotocatalitico invisibile che non consume energia e utilizza solo aria e luce per abbattere gli inquinanti atmosferici facendo cosi “crescere” la più grande “foresta invisibile” diffusa mai realizzata al mondo, vasta ben 10 km².

Infatti, secondo una stima realizzata dall’azienda  trattando, entro il 2030, con i prodotti fotocatalitici una superficie totale di 10 km², calcolata sulla base della densità degli edifici presenti all’interno delle aree urbane delle principali metropoli italiane, si otterrebbe un abbattimento di emissioni di NOx (ossidi di azoto) pari a 2.000 tonnellate l’anno, l’equivalente di 1.430 campi da calcio, quasi 3 Central Park di New York (3,4 km²) o più dell’intero centro storico di Milano (9,7 km²).

Il convegno “Liberi di respirare insieme” si è aperto con i saluti delle autorità istituzionali rappresentate da Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia ed Elena Eva Maria Grandi, assessore all’Ambiente e al verde del Comune di Milano.

A seguire il Prof. Walter Ricciardi, professore ordinario del Dipartimento di Scienze della vita e sanità pubblica presso l’Università Cattolica di Roma, ha tenuto il discorso d’apertura analizzando quelli che sono i rischi per la salute umana derivanti dagli impatti provocati dal cambiamento climatico e le possibili azioni e politiche da implementare a livello globale.

In proposito ha ribadito che: “I recenti eventi calamitosi in Spagna ed in altre parti del mondo, i continui appelli della comunità scientifica sulle drammatiche conseguenze connesse ai cambiamenti climatici sull’ambiente e salute del pianeta, debbono far riflettere, anche in sede nazionale, sulle possibili azioni da intraprendere per arginare con urgenza il fenomeno”.

Nel corso della prima sessione tematica, che ha avuto come focus principale quello della progettazione di edifici sostenibili, sono intervenuti Massimo Roj, CEO e founding partner di Progetto CMR, Fabrizio Capaccioli, presidente di Green Building Council Italia, che ha parlato dell’importanza della democratizzazione dell’approccio alla sostenibilità degli edifici a garanzia di uno sviluppo equo e certificato.

“Democratizzare l’approccio alla sostenibilità degli edifici è una sfida fondamentale per costruire un futuro in cui lo sviluppo sostenibile e certificato diventi la norma, non l’eccezione. Green Building Council Italia guida questo cambiamento. Costruire in modo sostenibile non è solo una questione di materiali e tecniche avanzate, ma una scelta che mette al centro le persone e il loro benessere. Significa creare spazi che combattano l’isolamento e restituiscano alle comunità qualità della vita e legami più forti”.

Centralità dell’uomo condizione imprescindibile

Considerazione ripresa da Stefano Capolongo, architetto, PhD, professore ordinario di Hospital Design e Urban Health presso il Politecnico di Milano il quale ha spiegato come: “in una visione moderna dell’architettura e della progettazione urbana, la centralità dell’uomo e dei suoi bisogni è imprescindibile. La qualità della vita, il benessere e la salute delle persone devono essere il fulcro della progettazione di spazi abitativi, di lavoro e di cura, trasformando il modo in cui concepiamo e costruiamo il nostro ambiente.

Per rispondere a questa sfida, il Politecnico ha dato vita al progetto JRP (Joint Research Project), un’iniziativa che si propone di ripensare l’architettura ospedaliera e l’organizzazione degli spazi sanitari, con un’attenzione particolare alla salubrità e all’efficienza degli ambienti. Il progetto JRP rappresenta un importante sforzo collaborativo, in cui la scienza incontra le realtà produttive e le aziende del settore sanitario, unendo competenze per creare soluzioni innovative e sostenibili”.

Protagoniste della seconda sessione, tutta al femminile, intitolata “Sostenibilità ESG, miglioramento ambienti di vita e lavoro” sono state Stefania Carraro, senior lecturer of Sustainability presso SDA Bocconi School of Management, Rosa Draisci, già direttore del Centro nazionale delle sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Raffaella Moro, CEO e founder di REair.

“Grazie all’innovazione sviluppata da REair e al supporto di partner di rilievo nazionale e internazionale nel settore dell’edilizia e del facility management, stiamo rendendo possibile un nuovo approccio alla salubrità dell’aria e al benessere delle persone, sia all’interno che all’esterno degli edifici – ha dichiarato Moro –  La nostra tecnologia all’avanguardia si basa su una visione delle metropoli come «foreste invisibili», un concetto che proietta le città verso un futuro più sostenibile e umano. 

Questa tecnologia propone una visione urbanistica e architettonica innovativa in cui le facciate degli edifici non saranno più solo elementi passivi, ma si trasformeranno in strumenti attivi per promuovere il benessere e la salute, contribuendo a trasformare le città in ecosistemi viventi. L’obiettivo è quello di rendere democraticamente accessibile la sostenibilità, applicando su larga scala soluzioni che abbracciano salute, ambiente ed equità sociale, dal centro città alle periferie”.

La terza e ultima sessione è stata invece interamente dedicata alla presentazione di alcune case history a partire dalla partnership strategica siglata a maggio 2024 tra REair e Acrobatica.

 

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