Secondo una un’analisi condotta da Confartigianato, l’Italia sarebbe tra i Paesi più colpiti dall’applicazione dei minacciati nuovi dazi Usa sui prodotti europei, minaccia che sembra potersi effettivamente concretizzare già dal 1 febbraio per quelli annunciati nei confronti di Messico e Canada (25%).
Per il nostro Paese, dopo la Germania, gli Stati Uniti rappresentano infatti il secondo mercato in termini di valore delle esportazioni. Valore che nel 2023 avrebbe raggiunto i 66,4 miliardi – pari al 10,7% del totale – facendo registrare un boom delle vendite (+ 58,6%, pari a 24,9 miliardi di euro) tra il 2018-2023.
Ora, se effettivamente mantenuta la “promessa” di applicare dazi addizionali della nuova amministrazione USA, farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti per un valore che nelle ipotesi del 10% o del 20% si attesterebbe al – 4,3% o al -16,8%.
Secondo analisi condotte da Confartigianato a risentirne sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e dell’abbigliamento (+3,5%).
A livello territoriale, le regioni più esposte per la maggiore quota delle esportazioni negli Usa sono la Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale),Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%).
“La politica dei dazi – ha sottolineato Marco Granelli, presidente di Confartigianato – può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci.
Per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare. Ma è anche fondamentale muoversi come Sistema Paese, con un impegno deciso da parte del Governo e delle istituzioni a sostegno delle aziende e della competitività dei nostri prodotti.
Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani, tra cui alcune produzioni ad alta tecnologia come i macchinari e prodotti con una marcata vocazione artigiana come la gioielleria e oreficeria, l’occhialeria, i mobili per la casa, le sedie e i divani, le pietre tagliate e lavorate, gli articoli sportivi, il vetro e la ceramica artistici, la coltelleria e la posateria e gli strumenti musicali”.