Manifestazione di protesta

Costruzioni in collera. Proteste e proposte (55% compreso)

Manifesto appello alla classe politica per concreti e rapidi provvedimenti

Diecimila caschetti gialli a rappresentare i posti di lavoro persi nella sola Milano nel 2012 dal settore costruzioni hanno punteggiano il selciato di piazza Affari, sede della Borsa, facendo da proscenio a “La Giornata della collera”, manifestazione di protesta, pacifica, e momento di appello propositivo alla politica organizzata da Assimpredil Ance e sostenuta da 20 rappresentanze associative di interesse che abbracciano l’intero comparto delle Costruzioni (da Anit a Federcomated; da Uncsaal ad AssoMalte; da Acai a Confartigianato; da Assoimmobiliare ad Aspesi) . Collera che ha accomunato nell’arco della giornata oltre mille persone per tradursi in un Manifesto con il quale il mondo delle costruzioni ha rivolto un ultimo appello alla classe politica perché trasformi le istanze del settore in concrete e rapide azioni e provvedimenti legislativi. Molti gli interventi propositivi ai tanti politici presenti al convegno organizzato a Palazzo Mezzanotte della metropoli che ospiterà l’Esposizione Universale del 2015 e sarà quindi “…la vetrina del nostro Paese in tutto il mondo; perché qui ha sede la maggior parte delle imprese della filiera delle costruzioni e degli studi professionali; perché qui è concentrato il più alto numero di lavoratori delle costruzioni; perché in questo territorio è il motore economico del Paese” si legge nel manifesto. « A nome della filiera dei prodotti e dei materiali da costruzioni, aderiamo alla Giornata della Collera condividendo convintamente tutte le sei istanze contenute nel Manifesto » ha dichiarato nel suo intervento Corrado Bertelli, presidente Uncsaal, ribadendo poi come «Senza 55% perderemo una domanda quantificabile in decine di miliardi di euro e le aziende italiane del nostro settore si troverebbero nell’impossibilità di far fronte agli impegni finanziari presi per sostenere gli investimenti, con conseguente situazione di crisi e dissesto che potrebbe interessare fino al 25% delle aziende ad oggi sopravvissute nel settore

 

 

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