Mercato

Nella distribuzione del Centro-Sud le imprese a maggior rischio insolvenza

Si accentuano i segnali di cedimento con ripercussioni sui partner commerciali

Sono in gran parte aziende molto piccole/artigiane collocate nell’ordine nel Lazio, in Calabria e in Campania operanti nel settore della distribuzione le imprese rivelatesi a maggior rischio di insolvenza nel 2012.  È quanto emerge dall’Osservatorio sulla rischiosità commerciale rilasciato da CRIBIS D&B, che analizza il grado di affidabilità delle imprese italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori, con la conseguente probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi.  Nello specifico, l’analisi rimarca come, a 5 anni dall’inizio della crisi, ledifficoltà delle imprese italiane siano tutt’altro che prossime ad essere superate. Difatti molte delle imprese, che a fatica erano riuscite a non soccombere durante questa durissima fase congiunturale, spesso anche facendo ricorso all’impiego diretto di capitali propri, stanno ora accentuando i segnali di possibile repentino cedimento con evidenti ripercussioni anche sui propri partner commerciali. Questo fa sì che molti fornitori si trovino, quasi inaspettatamente, a dover gestire insolvenze da parte anche di clienti storici, che si erano sempre dimostrati solidi e buoni pagatori. Come ripetutamente lamentato dalle imprese della filiera serramentistica e approfondito sulle pagine della nostra pubblicazione cartacea, pure stando ai dati CRIBIS nel corso del 2012, 1 insoluto grave su 4 è provenuto da clienti con un’anzianità superiore ai 5 anni, quindi da clienti storici che si pensava di conoscere bene e su cui di solito le aziende sono molto esposte sia come valore della fornitura, sia come tempi di pagamento. In più lo studio presenta un’analisi comparata degli ultimi 5 anni dalla quale emerge la netta tendenza al peggioramento della rischiosità commerciale, con le imprese inserite nella fascia a massima rischiosità che sono progressivamente aumentate, passando da una quota pari all’8,99% del 2008 all’11,26% dell’ultima rilevazione. Declinando il rischio in base ai settori di appartenenza, con un tasso medio del 15,7%  la distribuzione (ingrosso soprattutto) si conferma essere quello a maggiore rischio di insolvenza, seguono industria estrattiva, trasporti ed edilizia ( 13,99%). Passando all’incidenza in base alle dimensioni di impresa è indubbio come il rischio elevato di generare insoluti commerciali caratterizza maggiormente le realtà più piccole (meno di 10 dipendenti), che rappresentano quasi il 95% delle imprese italiane, maggiormente fragili e più esposte ai riflessi della congiuntura negativa. Infine dalla classificazione per aree territoriale lo studio evidenzia come Lazio, Calabria e Campania si confermano essere, anche a fine dicembre 2012, le regioni con la quota maggiore di imprese con alta rischiosità (tutte oltre il 17%). Ulteriori approfondimenti e dettagli saranno inseriti sul numero di Marzo di “serramenti+design”.

 

 

 

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