Mercato

55%, Uncsaal rilancia richiesta impegno a forze politiche

Interventi di efficientamento energetico già fagocitati da "indiscriminato" 50%

Uncsaal sottolinea come il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nella seduta dell’8 marzo, ha approvato l’aggiornamento del Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra, per far fronte agli impegni nazionali nei confronti dell’UE e della comunità internazionale. Aggiornamento tra le cui proposte figurano il prolungamento delle detrazioni di imposta per l’efficienza energetica in edilizia (55%), l’estensione fino al 2020 dei certificati bianchi per il risparmio energetico, nuove misure per la promozione di fonti energetiche rinnovabili sia elettriche che termiche, l’istituzione del catalogo delle tecnologie verdi e il rifinanziamento del Fondo rotativo di Kyoto. L’attuazione di alcune di tali misure è subordinata all’adozione di provvedimenti normativi e alla relativa copertura finanziaria attraverso risorse disponibili a legislazione vigente o con nuovi stanziamenti. Secondo Uncsaal il monito di un importante organismo ministeriale quale il CIPE a favore di un prolungamento del 55%, si aggiunge autorevolmente alle prese di posizioni a favore di questo fondamentale provvedimento espresse da tutte le forze politiche in occasione della recente campagna elettorale. Uncsaal, appena insediato il nuovo Parlamento e scelti i Capogruppo di tutte le forze politiche, si rivolgerà a loro chiedendo il massimo impegno parlamentare affinché Camera e Senato, stimolino il nuovo Esecutivo riguardo alla proroga del 55% che, ricordiamo, senza alcun provvedimento ad hoc scadrà il prossimo 30 giugno. Opportuno ancora ribadire come la fine delle detrazioni del 55%, fagocitata da una indiscriminata detrazione del 50% che già sta facendo sentire il suo peso sul trend delle richieste relative alle detrazioni del 55%, significherà per la filiera l’ogettiva impossibilità di immaginare almeno un rallentamento della caduta del mercato dei serramenti nel secondo semestre 2013 e il conseguente aumento del numero di piccole e medie imprese italiane costrette a cessare l’attività.

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