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Maniglione antipanico con certificazione antibatterica

Si riferisce all’applicazione del trattamento sulle superfici di contatto

ISEO Serrature ha ricevuto da ICIM, ente italiano indipendente, un’ulteriore certificazione sui suoi maniglioni antipanico, ora dotati di trattamento antibatterico AntiGerm. Su tali dispositivi è stata infatti applicata una speciale protezione antibatterica a base di ioni d’argento, il cui graduale rilascio, completamente sicuro per l’uomo e per l’ambiente, è in grado di eliminare in modo permanente oltre il 99% delle specie batteriche responsabili di numerose gravi malattie (tra cui le più resistenti agli antibiotici come escherichia coli e stafilococco aureo). La certificazione – ancora una volta frutto della collaborazione tra ICIM e ISEO – è stata conseguita sulla base della norma internazionale ISO 22196:11 e si riferisce all’applicazione del trattamento di protezione antibatterica sulle superfici di contatto dei maniglioni antipanico. L’efficacia del trattamento è stata certificata anche dal Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova: in laboratorio sono state liberate in modalità controllata colonie di batteri su campioni di materiale trattati con AntiGerm, al fine di monitorarne il comportamento. Questo riconoscimento si aggiunge alla certificazione volontaria di prodotto, anch’essa rilasciata da ICIM, che prevede una serie di verifiche continue aggiuntive dei requisiti di performance dei maniglioni ISEO, prodotti in conformità alle norme europee EN179:08 e EN1125:08 sulla costruzione dei dispositivi di emergenza e antipanico. Inoltre, la certificazione si integra con l’obbligo di marcatura CE, oggi ancora più stringente alla luce del Decreto Legge 299 del dicembre 2011, che impone, già da febbraio 2013, l’uso di dispositivi antipanico e di emergenza marcati CE sulle porta installate lungo le vie di esodo.

In linea con la tradizionale attenzione a tutti gli aspetti della sicurezza, ISEO ha deciso di intervenire su un dispositivo presente per legge in tutti quei luoghi dove è previsto un rilevante afflusso di persone: scuole, asili nido, case di riposo, ambiti sanitari e clinici e altri locali aperti al pubblico, con il potenziale rischio di veicolare batteri.

D’altronde, i casi di infezioni contratte anche in ambienti sanitari sono un problema piuttosto ricorrente: un rapporto dello scorso anno a cura del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie parla di 4,1 milioni di pazienti che ogni anno si ammalano all’interno degli ospedali europei; il dato italiano oscilla tra 450mila e 700mila infezioni annue, mortali nell’1% dei casi*, con un aggravio dei costi per la Sanità italiana di oltre 1 miliardo di euro.

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