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Assinform: incentivare le componenti ICT produttive e non solo i macchinari

ICT tra i motori della crescita nel mondo + 5,2%, ma non Italia ( -1,8%)

Quale diretto riflesso della ulteriore flessione dell’1,8% del mercato italiano del Global Digital Market, che stando ai dati contenuti nel “Rapporto Assinform 2013” presentati in anteprima ieri a Milano, rappresenta il 4,9% del PIL nazionale con un valore di oltre  68 miliardi di Euro, Paolo Angelucci, presidente dell’Associazione Italiana per l’Information tecnology riferendosi ai contenuti del recente “Decreto del Fare” che prevede incentivi per l’acquisto di macchinari e il rafforzamento del fondo di garanzia, nonché lo sblocco di alcuni processi di autorizzazione per le infrastrutture, ha con forza auspicato che “Negli ambiti di applicazione delle incentivazioni previste dal Decreto del Fare, il capitolo già soprannominato “nuova Sabatini” dovrebbe considerare non solo gli investimenti in macchinari in senso stretto, ma anche tutte le componenti produttive hi-tech e di know-how che fanno funzionare l’azienda in cui quelle macchine girano non solo per quanto riguarda la parte manifatturiera ma anche per gli aspetti organizzativi, di comunicazione e di gestione, senza i quali impossibile fronteggiare le sfide competitive del mercato. Si deve uscire da una visione in cui le macchine stanno da una parte e tutto il resto dell’azienda sta dall’altra. Per affermarsi sui mercati nazionali ed internazionali bisogna creare valore in termini di qualità sia del prodotto e sia dei servizi ad esso connessi“.  Quanto al settore dell’ICT, ne sono state ribadite le potenzialità industriali, che “lo collocano di diritto” tra i potenziali beneficiari di interventi di rilancio dell’apparato produttivo (circa 100mila imprese e 420mila addetti) che ha una gamma di attività molto diversificate, dalla manifattura in senso stretto ai servizi in rete più sofisticati.Attività che sono ormai omologate come costituenti un settore industriale, denso di componenti sia in aree tradizionali che emergenti e  destinate a sicura crescita: a patto di investirci e di creare le condizioni di mercato per un loro sviluppo.  Il nostro settore sta cambiando – ha sottolineato Angelucci -. Per  questo non si parla più di ICT, ma di Global Digital Market o Industry, ad evocare l’emergere prepotente di  comparti che vanno cambiando il volto di quello che era una volta il settore dell’informatica e delle telecomunicazioni, la relativa organizzazione del lavoro e gli equilibri di mercato.” Stando alle stime fornite nel rapporto, se lo scenario rimane invariato quest’anno il  Global Digital Market dovrebbe contrarsi di un ulteriore  -3,6% e del – 5,8% quello dell’ It

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