Tra il 2007 e il 2012 il mercato delle costruzioni al netto degli investimenti in fonti energetiche rinnovabili, avrebbe perso 45 miliardi di Euro stando a quanto rilevato dal “Rapporto Formedil-Cresme 2013“, presentato a Roma nel corso delle ”Giornate della formazione Edile”, evento articolato su due giorni organizzato da Formedil, Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia. “Si tratta di una perdita pari al 30% del picco di mercato toccato nel 2007. Se il 2010 e il 2011 hanno rappresentato l’accettazione di un nuovo ordine di grandezza per il mercato delle costruzioni, il 2012 e il 2013 sono gli anni di una nuova grave fase critica. Solo il recupero e i nuovi mercati dell’energy technology tengono in piedi le costruzioni. Cresce chi è in grado di lavorare all’estero, chi è in grado di interpretare i nuovi segmenti emergenti del mercato, chi è in grado di migliorare prodotto e produttività di settore e di cogliere le spinte e le nuove dinamiche della domanda: nuovi materiali, impiantistica, partenariato pubblico privato, facility management e integrazione tra costruzioni e servizi”, si legge nell’analisi.
Secondo i dati dell’Osservatorio Casse Edili, l’attività edilizia tra il 2008 e il 2012 si è ridotta del 34% come numero di ore lavorate. “Se nel primo anno ufficiale di crisi il sistema bilaterale del costruzioni rilevava un’attività delle imprese pari a circa 565 milioni di ore, l’anno scorso se ne sono consumate 373 milioni,” ha commentato Massimo Calzoni presidente del Formedil. Nel primo semestre di quest’anno le ore lavorate registrate dall’Osservatorio sono state 161 milioni, ovvero il 46% in meno di quelle relative allo stesso periodo del 2008, e il 18% in meno di quelle del primo semestre 2012. Un leggero rallentamento del calo si registra nel secondo trimestre di quest’ano rispetto al 2012, -15%. Questo drastico calo di lavoro continua a ripercuotersi sull’occupazione. Secondo l’Osservatorio dal 2008 al 2012 il numero degli operai si è ridotto di poco meno di un terzo. Erano 41 mila all’inizio dei quinquennio contro i 28 mila della fine dell’anno scorso. Nel corso della prima metà di quest’anno sono venuti meno altri 41.000 lavoratori, con una contrazione occupazionale del 17%. In forte calo anche le imprese, colpite dalla crisi, dai mancati pagamenti della Pubblica amministrazione e dagli effetti del credit crunch. Nelle 84 provincie oggetto del monitoraggio, nel primo semestre di quest’anno sono scomparse 7.000 imprese. Dal 2008 il numero delle imprese iscritte alle Casse edili si è ridoto di oltre 22.200 unità.