La struttura ospedaliera non è solo una grande struttura urbana fra le più significative e complesse presenti sul territorio – sia per il ruolo e le funzioni esercitate, sia per l’influenza sul contesto sociale – ma è un’esperienza che tocca sempre e comunque la vita di tutti. Per questo motivo bisognerebbe evitare di concepire edifici che filosofeggiando sul senso di sicurezza, nido e rifugio, finiscono poi per trasmettere la fastidiosa sensazione di segregazione, di pesantezza, di chiusura verso la vita esterna. Probabilmente c’è un po’ di tutto questo nel lavoro firmato dall’ingegner Tiziano Binini insieme all’architetto Alberto Altieri per il nuovo Padiglione Materno Infantile dell’Ospedale di Careggi a Firenze che rientra nella riqualificazione dell’intero polo ospedaliero. Progetto architettonico che nasce dalla demolizione dell’ala Est del vecchio Padiglione Maternità, e che vuole essere aperto, disponibile, leggero. Gli spazi interni luminosi, accoglienti e confortevoli portano un messaggio di libertà e nel contempo una grande attenzione all’aspetto sociale e della sostenibilità. Il Padiglione Materno Infantile, che comprende anche la “Margherita”, l’edificio esistente a cui è collegato tramite una passerella trasparente a due piani, vuole interpretare, nell’architettura degli edifici, l’idea di un “ospedale verde”, un progetto contemporaneo che si inserisce nel variegato contesto presente, caratterizzato dagli austeri edifici storici dell’impianto a padiglioni, risalente ai primi decenni del secolo scorso, insieme a interventi di recente costruzione. In tutto questo l’involucro ha un ruolo determinante perché mantiene un rapporto volumetrico armonioso e proporzionato con l’intorno pur contenendo spazi, maglie strutturali e ingombri impiantistici di notevoli dimensioni e complessità rispetto al passato. Grazie alle facciate trasparenti e ai nastri di finestre realizzati con i sistemi Schüco, scrupolosamente trasformati e installati dal partner MAVO di Vinci (Firenze), il nuovo Polo Maternità si inserisce con leggerezza rispetto agli edifici storici contrappuntati dalle cordolature e dai riquadri di travertino bianco ed è in grado di offrire immediatamente un’immagine gradevole e aperta, mostrando l’attività esperta e laboriosa che si svolge all’interno senza pregiudicare la privacy dei pazienti. E non solo. Le aperture vetrate sono in grado di mantenere gli ottimi standard energetici prodotti dal “cuore verde” dell’ospedale, costituito dalla centrale di cogenerazione di recente realizzazione, che alimenta i padiglioni principali e caratterizza la struttura per il suo approccio sostenibile, prevedendo la produzione simultanea di energia elettrica in autoconsumo e di energia termica sotto forma di vapore a media pressione. I sistemi delle facciate, delle vetrate e dei frangisole sono stati attentamente progettati e controllati, anche con campioni costruttivi e prove sperimentali effettuate nel laboratorio di Schüco, al fine di rientrare nei più rigorosi limiti per il contenimento energetico, la tenuta all’acqua e all’aria, la protezione acustica, la riduzione delle emissioni e dell’irraggiamento. L’articolazione concettuale e funzionale del nuovo Polo Maternità trova dunque una precisa corrispondenza nel trattamento architettonico dell’involucro e degli spazi interni, con l’obbiettivo di dare una caratterizzazione precisa e adeguata dove è importante la tecnica medica, dove è necessario un rispetto di standard qualitativi, dove soprattutto è necessario un coinvolgimento emotivo e creativo forte da parte dell’architettura. I sistemi Schuco utilizzati sono: AWS 75 per i nastri di finestre e le facciate SFC 85 con pala frangisole orizzontale speciale per il nuovo edificio del Polo Maternità; mentre per la passerella di collegamento all’edificio esistente “Margherita” è stato utilizzato il sistema FW 60+SG