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Regioni elemento chiave dello sviluppo della green economy

A Roma la tappa conclusiva del dibattito sulle potenzialità della green economy per il rilancio del Paese

Il maggior coinvolgimento delle regioni nelle strategie di definizione della green economy non è legato a leggi o direttive ma alla fattiva conoscenza dei territorio e delle necessità esistenti per la sua funzionale gestione. Questo, il messaggio che il presidente Paolo di Laura Frattura, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni,  ha tramesso nel suo intervento ai lavori della conferenza nazionale “La Natura dell’Italia”, organizzata  dal Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando (nell’immagine).  Nell’aula magna dell’Università La Sapienza l’evento conclusivo, preceduto dalle tappe di Milano e Palermo, di un articolato dibattito sulle potenzialità della green economy per il rilancio del Paese. Tra le tante personalità di spicco, ospite d’eccellenza il Premio Nobel per la fisica e neo Senatore a vita, Carlo Rubbia. Dopo gli interventi dei ministri Orlando, Saccomanni, Giovannini e Lorenzin, e l’approfondimento del commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, il presidente Frattura ha opportunamente posto l’accento sulla necessità di una governance quanto più condivisa e partecipata. “Vedere insieme oggi la Commissione europea, il mondo politico, il mondo produttivo, il mondo accademico e gli enti locali, è per tutti noi l’atteso segnale della condivisione di progetto che crediamo assolutamente possibile e sul quale vogliamo convogliare energie e risorse”, la prima analisi del presidente Frattura. “Sono i numeri, risorse e occupati “verdi” – ha proseguito – a imporci ragionamenti concreti sui temi della biodiversità, delle aree protette e della green economy con gli esperti del settore, del mondo economico e universitario. Tanti nostri cittadini, soprattutto tantissimi giovani, scelgono la natura come campo di investimento delle loro capacità”. Riprendendo i dati di Unioncamere, Frattura ha poi messo in risalto che “…Dal 2008 ad oggi, anche senza contare l’agricoltura, 328 mila aziende italiane dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia: il 22% di tutte le imprese nazionali. Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi. Chi investe green – ha rimarcato –, è più forte all’estero: il 42% delle imprese manifatturiere che fanno eco-investimenti esporta i propri prodotti, contro il 25,4% di quelle che non lo fanno.” 

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