normativa europea

Nascente istituzione “brevetto unitario” dell’Unione europea. Italia conferma adesione

L’adesione dovrà ora essere approvata dal Parlamento Italiano. Si prevede che tale sistema diventerà operativo a partire dal 2016.

consiglio-ueMentre sul tavolo in cui si discuteva di “Made in si è registrato l’ennesimo nulla di fatto per il blocco dei soliti Paesi ( Germania e Gran Bretagna in testa) da sempre contrari d indicare la vera origine di molte delle “proprie” produzioni,  l’Italia ha annunciato la sua adesione al “brevetto unitario” dell’Unione europea. A farlo è stato il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, nel corso del Consiglio UE Competitività svoltosi venerdì scorso a Bruxelles. Un passo che dovrebbe consentire di ottenere un brevetto valido in 25 Paesi europei, tramite un’unica procedura, e pagando un’unica tassa, con una drastica riduzione delle formalità e dei costi.  Nell’Unione Europea la protezione tramite brevetto è al momento assicurata da due sistemi: i sistemi nazionali e il sistema europeo. La domanda di registrazione di un brevetto in più Paesi europei all’Ufficio di Monaco si traduce nel rilascio di un “fascio di brevetti” nazionali, i quali devono essere singolarmente convalidati nei Paesi di interesse dagli uffici competenti. Il nascente sistema del “brevetto unitario” non prevede le convalide nazionali e le relative traduzioni. Una volta concesso – in inglese, francese o tedesco – è automaticamente valido in tutti gli Stati aderenti. L’adesione dovrà ora essere approvata dal Parlamento Italiano. Si prevede che tale sistema diventerà operativo a partire dal 2016. “Il brevetto unitario darà alle imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, che in proporzione subiscono maggiormente i costi legati alla difesa giudiziaria contro la contraffazione, l’occasione di essere più competitive” ha prontamente commentato in proposito il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero. “Chi vende i propri prodotti all’estero potrà beneficiare di un’unica copertura sull’intero territorio dell’Ue a costi ridotti rispetto agli attuali, priva di oneri burocratici e, non da ultimo, utile a fungere da barriera alle importazioni di prodotti-copia dai Paesi extra Ue. Infine le imprese estere avranno la possibilità di investire in un Paese che garantisce una protezione adeguata e armonizzata”. Secondo stime di Confindustria, tale scelta può portare ad un risparmio complessivo annuale per le imprese di 9 milioni di euro (derivato dalla non necessità di ricorrere a due protezioni separate in Italia e nel resto d’Europa) più 5 milioni di euro (assenza di cause brevettuali parallele in Italia e nel resto d’Europa). Oggi il solo costo delle traduzioni dei brevetti concessi nelle lingue nazionali, che il nuovo sistema eviterebbe, è stimato in 270 milioni di euro l’anno, di cui il 20% riferito ad aziende italiane

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