fiscalità

Dopo bocciatura UE reverse charge “allargato”, data per prossima quella per split payment

Una eventuale secca bocciatura pure dello split payment, causerebbe una perdita di gettito preventivato pari ad 1.100 milioni di euro, con la necessità di individuare ulteriori fonti di entrata

VMPotrebbero produrre un buco contabile prossimo ai 2 Miliardi di euro, la già avvenuta bocciatura del “reverse charge” (inversione contabile) allargata, e l’imminente stop, dato per certo, alla misura dello split payment  norme contabili entrare contenute nella finanziaria del 2015. In merito alla bocciatura del provvedimento relativo “reverse charge”  – che la finanziaria ha allargato a GDO ed Edilizia –  avvenuta la scorsa settimana Vanessa Mock, portavoce della Commissione Ue per i servizi finanziari, per l’Esecutivo comunitario con riferimento alla grande distribuzione organizzata (GDO) ha precisato che non ci sono “prove sufficienti che la misura richiesta contribuirebbe a contrastare le frodi. La Commissione ritiene anzi che questa misura implicherebbe seri rischi di frode a scapito del settore delle vendite al dettaglio e a scapito di altri stati membri”. In sostanza, l’attivazione dell’inversione contabile per la grande distribuzione non è giustificata e va stoppata mentre permane quella per l’Edilizia. Si stima che la parziale bocciatura posso generare è un buco nei conti pubblici superiore ai 700 milioni di euro, buco che potrebbe portare all’attivazione della clausola di salvaguardia – eventualità già esclusa dal Governo .  Per la fine di questo mese si attende ora il giudizio sullo split payment, anch’esso entrato in vigore il 1° gennaio 2015. Per tale strumento si prevedeva infatti che, nelle more del rilascio, ai sensi dell’articolo 395 della direttiva 2006/112/CE, della misura di deroga da parte del Consiglio dell’Unione europea, l’applicazione per le operazioni fatturate a partire dal 1º gennaio 2015. Una eventuale secca bocciatura pure dello split payment, causerebbe una perdita di gettito preventivato pari ad 1.100 milioni di euro, con la necessità di individuare ulteriori fonti di entrata.

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