mercato

Timida ripresa si affaccia pure al Sud. Dopo molti anni il 2015 potrebbe segnare la svolta

Secindo il rapporto Svimez 2015 presentato ieri in Parlamento, il 2015 potrebbe segnare l'atteso anno della svolta grazie ad un' andamento positivo dei consumi nel 2015 è stimato in +0,9% al Centro-Nord e +0,1% al Sud

svimez 2015Il PIL al Sud riprende a salire dopo molti anni. Lo rileva il Rapporto Svimez 2015 presentato ieri  alla Camera dei Deputati. Secondo il rapporto nell’anno in corso il prodotto interno nazionale “dovrebbe crescere dello 0,8%, risultato del +1% del Centro-Nord e del timidissimo +0,1% del Sud. Se confermata, si tratta della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte”. Le stime Svimez spiegano inoltre come la crescita sia trainata dall’andamento positivo dei consumi, rilevando tuttavia ancora come il meridione risulti essere “sempre più povero: il 62% dei cittadini guadagna al massimo il 40% del reddito medio”. Nel 2015, gli investimenti fissi lordi sono diversi: “+1,5% al Centro-Nord, mentre continuano a calare al Sud (-1%), anche per effetto della contrazione degli investimenti pubblici (-3%)”. Nel 2014 gli investimenti fissi lordi avevano segnato al Sud -4% e al Centro-Nord -3,1%; dal 2008 al 2014 sono crollati del 38% al Sud e del 27% nel Centro-Nord. Nel 2014 nella maggior parte delle regioni italiane il PIL ha rallentato la caduta, mentre in tutte quelle del Nord-Est ha sperimentato un modesto aumento. Nel Centro-Nord, in tutte le regioni viene rilevato un sensibile alleggerimento della gravità della crisi. Quanto al Nord-Est, sembra effettivamente consolidarsi un generale superamento della tendenza recessiva soprattutto l’Emilia Romagna con aumenti del PIL di +0,2% nel 2013 e +0,3% nel 2014; una condizione anche migliore viene indicata per il Friuli Venezia Giulia che, con una crescita dello 0,8%, “presenta nel 2014 il risultato migliore tra le regioni italiane; da segnalare è anche il risultato del Veneto che con un +0,4% arresta i consistenti cali di prodotto nel triennio precedente”. “La riduzione cumulata del PIL – rileva sempre il rapporto Svimez 2015 – è stata nel Centro-Nord nel settennio 2008-2014 del -7,4%, a sintesi di comportamenti relativamente omogenei nel Nord-Est e nel Nord-Ovest (con una flessione di circa 6 punti percentuali) e di maggiori difficoltà per le regioni del Centro che nel periodo perdono più del 10% del prodotto”. Crisi che tuttavia continua a mantenersi intensa nelle regioni meridionali “Nel 2014, infatti, il calo delle attività svimez 2015 1economiche resta ancora relativamente elevato in Puglia e in Sardegna (-1,6%); la flessione dell’Abruzzo (-1,7%) resta ancora elevata ma appare comunque dimezzata rispetto all’anno precedente (-3,1%).” Per quanto più attenuate ulteriori flessioni vengono rilevate pure in Campania (-1,2% dopo il -2,9% del 2013) e in Sicilia (-1,3% dopo -2,8%). Un significativo miglioramento caratterizza, invece,  viene indicato per Molise (-0,8% dopo il -8,2%), Basilicata (-0,7% dopo il -2,6%) e Calabria (-0,2%). “Se si esamina il dato cumulato dei sette anni di crisi, dal 2008 al 2014, la riduzione cumulata del PIL risulta per quasi tutte le regioni meridionali – ad eccezione del solo Abruzzo (-6,9%) – di entità assai forte: si va da oltre il -22% in Molise, al -16,3% in Basilicata, ad un minimo del -12% in Puglia e Sardegna e del -11,4% in Calabria”. Il 2015 potrebbe dunque segnare l’atteso anno della svolta grazie ad un’ andamento positivo dei consumi nel 2015 è stimato in +0,9% al Centro-Nord e +0,1% al Sud. Secondo Svimez la crescita dovrebbe rafforzarsi anche nel 2016 quando in virtu’ di un PIL nazionale che nelle previsione dovrebbe toccare 1,3% quale sintesi di di un +1,5% del Centro-Nord e di un +0,7% del Sud. A concorrere positivamente, anche in questo caso, viene indicato essere l’andamento dei consumi finali, stimato “in +1,3% al Centro-Nord e +0,8% al Sud. Su anche gli investimenti fissi lordi, +2% il dato nazionale, quale risultato del +2,5% del Centro-Nord e dello 0,5% del Sud”. Previsione quest’ultima che se confermata ” interromperebbe la spirale negativa dell’andamento degli investimenti fissi lordi al Sud iniziata nel 2007. Sul fronte occupazionale, si prevede un aumento nazionale del +0,8%: +0,9% al Centro-Nord e +0,6% al Sud”. Sud che a livello settoriale ha visto “un crollo epocale degli investimenti dell’industria in senso stretto, ridottisi dal 2008 al 2014 addirittura del 59,3%, oltre tre volte in più rispetto al già pesante calo del Centro-Nord (-17,1%)”. Giù anche gli investimenti nelle costruzioni, “con un calo cumulato del -47,4% al Sud e del -55,4% al Centro-Nord e in agricoltura, (-38% al Sud, quasi quattro volte più del Centro-Nord, -10,8%)”. Così la dinamica dei servizi: “-33% al Sud, -31% al Centro-Nord”. Dal 2008 al 2014 il settore manifatturiero al Sud avrebbe perso il 34,8% del proprio prodotto, e visto  più che dimezzati gli investimenti (-59,3%). Crollo ben più profondo di quello registrato al Centro-Nord, dove la diminuzione secondo il rapporto risulterebbe essere meno della metà, -13,7% del prodotto manifatturiero e circa un terzo negli investimenti (-17%)”. Di qui l’indicazione data da Svimez di prorogare anche per il 2016 nel Mezzogiorno l’esonero dal pagamento dei contributi Inps a carico del datore di lavoro per le nuove assunzioni “con la stessa intensità (fino a 8mila euro l’anno) e con la stessa durata (36 mesi)”. La proposta è quella “di rendere operativo anche per il 2016 una decontribuzione più ‘forte’ al Sud, per le nuove assunzioni”. Nel rapporto si legge inoltre che “non vi è nessuna obiezione ragionevole a che questo sia riservato al Mezzogiorno, visto che in quest’area si è concentrata la perdita di occupazione nella crisi e tanto più visto che, anche l’anno scorso, la misura è stata finanziata con risorse destinate agli investimenti nel Mezzogiorno (3,5 miliardi di Pac)”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome