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Fallimenti: nel 2015 rallenta la corsa ai tribunali. -4,8% le procedure aperte in 11 mesi

Tra i settori di maggiori dimensioni quelli che più degli altri hanno segnato il più elevato miglioramento le attività manifatturiere (-11,7%) e le costruzioni (-10,3%). A peggiorare la performance dell’anno precedente sono stati, in particolare, i servizi alle imprese (+9,3%)

Trend Fallimenti gennaio-novembre 2015Se, come segnato, il settore delle costruzioni rimane per le imprese che vi operano il più problematico in termini di rischio/redditività , non mancano comunque significativi segnali di miglioramento sulle loro capacità di tenuta del mercato.  L’ultimo in termini di tempo è stato reso noto oggi dalla rilevazione Unioncamere sull’andamento dei fallimenti  da Gennaio a Novembre 2015 . Rilevazione che ne evidenzia, finalmente, un sensibile rallentamento del trend indicando  in 12.583  le procedure fallimentari , contro le 13.223 del corrispondente periodo del 2014. In termini percentuali, la frenata è vicina al 5% ma ciò che risulta essere più confortante segna un’inversione di tendenza rispetto all’andamento registrato negli ultimi 4 anni. Rispetto alla struttura imprenditoriale italiana, che conta circa 6 milioni di imprese registrate negli archivi delle Camere di commercio, il fenomeno delle aperture di procedure fallimentari riguarda dunque un numero di imprese molto limitato, nell’ordine di 2,1 unità ogni mille. “Il segnale che giunge dal rallentamento delle procedure fallimentari è certamente positivo” ha sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello nel rendere noti i dati. “Ci conferma che il sistema produttivo italiano sta uscendo dalla grave crisi degli ultimi anni. Quello di quest’anno è infatti, sul fronte dei fallimenti, il risultato migliore dall’inizio della crisi”. Osservando la distribuzione delle nuove procedureTrend Fallimenti gennaio-novembre 2015 2 per settore di attività delle imprese, quello che contribuisce maggiormente in termini assoluti risulta essere il commercio (3.186 fallimenti aperti negli undici mesi, pari al 25,3% del totale). Seguono le costruzioni con 2.824 eventi (22,4%) e l’industria manifatturiera con 2.654 (21,1%). Quanto all’incidenza del fenomeno – al netto dei settori di minori dimensioni per numero di imprese – l’esposizione delle imprese al rischio di fallimento è più elevata tra le attività dei trasporti e magazzinaggio (3,6 procedure aperte ogni mille imprese esistenti).  Da sottolineare come rispetto al 2014, tra i settori di maggiori dimensioni quelli che più degli altri hanno tirato una “boccata d’ossigeno” sono stati le attività manifatturiere (-11,7%) e le costruzioni (-10,3%). Nel rimandarvi al numero di febbraio di “serramenti+design”  per ulteriori approfondimenti segnaliamo ancora che in uno scenario complessivamente positivi va tuttavia notato come la contrazione del flusso di nuovi fallimenti evidenzi sia sostanziali differenze a livello territoriale, sia un lieve incremento nel settore delle cooperative e consorzi.

 

 

 

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