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Presentato da ANCE l’Osservatorio congiunturale (luglio 2017) industria costruzioni

Il settore della riqualificazione continua ad essere " l’ancora di salvezza dell’edilizia rappresentando ormai quasi il 40% degli investimenti complessivi in costruzioni". Tuttavia per quanto ancora in crescita gli investimenti in ristrutturazione riqualificazione (+ 0,5% la stima a metà anno) non sono ancora in grado di alimentare la ripresa di un mercato che vede ancora sostanzialmente bloccati gli investimenti definiti per la PA (+0,2% investimenti in opere pubbliche)

Per il settore delle costruzioni la crisi non è ancora finita. Seppure gli ultimi dati sull’andamento dell’economia mostrano un quadro migliorativo rispetto alle attese, nel nostro Paese si assiste tutt’oggi a una crisi di investimenti, soprattutto da parte dell’amministrazione pubblica in tutte le sue articolazioni. I dati lo dimostrano: se a gennaio prevedevamo una crescita degli investimenti in costruzioni dello 0,8% per il 2017, oggi abbiamo dovuto ribassare le stime a solo +0,2% . Il sistema dunque è bloccato. Le risorse non vengono spese e i cantieri non aprono. La produzione di nuova edilizia è al palo. E l’occupazione non riparte dopo la grave perdita di oltre 600 mila unità dall’inizio della crisi. Unico elemento positivo è rappresentato dalla riqualificazione del patrimonio abitativo che potrà contare anche sull’importante leva data dal sismabonus i cui effetti si vedranno però solo a partire dai prossimi anni”. Così Rudy Girardi , vicepresidente ANCE ha riassunto i principali elementi caratterizzanti l’Osservatorio Congiunturale sull’industria delle costruzioni – Luglio 2017 – curato dal Centro Studi dell’ANCE presentato oggi a Roma. Mentre gli organismi nazionali rivedono al rialzo le stime del PIL per il 2017 (+1,4% Banca d’Italia e +1,3% Confindustria), il settore delle costruzioni non riesce ad agganciare la ripresa. La stima per l’anno in corso degli investimenti in costruzioni è pari a un +0,2%: un aumento del tutto trascurabile per parlare di effettiva risalita per un comparto che nei primi cinque mesi del 2017 ha registrato risultati altalenanti con il susseguirsi di segni positivi e negativi. Dopo un aprile che si è chiuso con una caduta delle produzione del -4,6%, l’indice corretto della produzione diffuso oggi dall’Istat segnala a maggio un aumento del 2,9%. Complessivamente quindi nei primi cinque mesi del 2017 la produzione ha registrato – 0,3%. Fa ben sperare il lieve aumento dei permessi di costruire registrati nel 2016 (+5% rispetto al 2015) attestati a quota 52.000, livello che però continua a essere tra i più bassi dal 1935 (-83% rispetto al picco del 2005). Segnali positivi arrivano pure dall’andamento delle compravendite che come abbiamo dettagliato pure sulle pagine di “serramenti+design” nel primo trimestre 2017 conferma un trend positivo (+8,6%) tendenza che spinge ANCE a supporre che a fine anno le compravendite si attesteranno intorno alle 550 mila transazioni. Il settore della riqualificazione continua ad essere “ l’ancora di salvezza dell’edilizia rappresentando ormai quasi il 40% degli investimenti complessivi in costruzioni“. Tuttavia per quanto ancora in crescita gli investimenti in ristrutturazione/riqualificazione (+ 0,5% la stima a metà anno) non sono ancora in grado di alimentare la ripresa di un mercato che vede ancora sostanzialmente bloccati gli investimenti definiti per la PA (+0,2% investimenti in opere pubbliche). Vero è che dopo un 2016 nero sul fronte dei bandi di gara (-16%), qualche segnale positivo si è riscontrato nei primi sei mesi dell’anno in corso (+11,3%), ma i livelli rimangono molto bassi, ben al di sotto degli anni pre crisi. Nonostante il superamento del Patto di Stabilità anche la spesa per investimenti dei Comuni ha segna nel 2016 una battuta d’arresto (-13,5%). Complessivamente dal 2008 la spesa in conto capitale si è ridotta del 47% mentre la spesa corrente è aumentata del 9,3%. Una tendenza confermata anche nel primo trimestre 2017: spesa in conto capitale -3,5%, spesa corrente +2,8%.” La mancata ripresa del settore delle costruzioni è certamente figlia del blocco delle opere pubbliche al quale assistiamo ormai da oltre un anno – ha sottolineato Edoardo Bianchi – .Un quadro normativo in perpetuo movimento e un processo decisionale farraginoso e inefficiente hanno creato la tempesta perfetta: le risorse stanziate, circa 100 miliardi negli ultimi mesi, pari all’importo di 2/3 manovre economiche, rimangono incagliate nei mille rivoli della macchina amministrativa e non si traducono in lavori. D’altronde i dati della spesa pubblica lo dimostrano chiaramente: solo il 2% del Pil è dedicato agli investimenti in costruzioni. Un Paese che non investe nel proprio futuro non può realmente tornare a crescere in modo solido e duraturo.”

 

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