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Udienze ddl semplifiazione: FINCO caldeggia ripristino 65% per serramenti e schermature

Suggerita l'aggiunta di un 12esimo articolo al ddl attraverso il quale eliminare l'autolesionistica riduzione al 50% delle detrazioni previste per serramenti e schermature. Detrazione da riportare al 65% anche per tornare a semplificare le procedure e favorire l'emersione del nero nelle regioni che ancora sfruttano poco tali detrazioni

In fase di audizione presso le Commissioni riunite di Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato, Angelo Artale presidente di FINCO ha suggerito di inserire nel ddl Semplificazione (ddl n. 989) in fase di discussione un 12esimo articolo attraverso il quale ripristinare al 65% le detrazione previste per gli interventi relativi a serramenti e schermature solare.

Facendo proprie le valutazioni espresse nel Dossier “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione” inviato al Parlamento dai Centri studi del Dipartimento ambiente e del Dipartimento Finanze oggetto di un articolato approfondimento sul numero di gennaio di “serramenti + design, Angelo Artale ha rimarcato la necessitĂ  di riportare il quadro delle misure definite a quelle che nel corso degli anni hanno portato ad un bilancio positivo per lo Stato che il Dossier quantifica in oltre 23 miliardi di Euro.

Con l’abbattimento al 50% di sole due tipologie di intervento di riqualificazione energetica, ponendole alla stregua di quelle per le ristrutturazioni edilizie, si confondono le idee circa una misura il cui successo è attribuibile, nel tempo, anche alla chiarezza del dispositivo. Non solo si tratta di una misura autolesionistica ma ingenera pure confusione nella valutazione della convenienza dell’intervento da parte del consumatore stante il diverso grado di complessitĂ  insito nelle due differenti procedure di richiesta della detrazione” ha tra l’altro sottolineato facendo inoltre notare come ” in aggiunta e in aggravante fino ad ora a questa misura hanno prevalentemente bevuto (70%) prevalentemente 4 regioni: Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte che sono anche le regioni dove si tende a fare meno “nero” e la riduzione dell’incentivo complica e riduce la possibilitĂ  di farlo emergere proprio nelle regioni che si vorrebbe  fare “bere” di piĂą.. anche per questo potrebbe essere inserito nel ddl semplificazione lasciando poi che sia il consumatore a decidere ...”.

Suggerita pure l’eliminazione del meccanismo dello split payment perchĂ© oltre a comportare complicazioni procedurali, determina un incremento importante del credito IVA a carico delle imprese, il cui rimborso è talvolta problematico e comunque tale, nei tempi, da configurare un grave squilibrio finanziario delle imprese in genere, e di quelle del settore delle costruzioni in particolare.
Tale rilevante perdita – diciamo anche sottrazione – di liquiditĂ  colpisce in particolare le piccole e medie imprese che rappresentano, peraltro, la maggior parte delle 13.000 associate alla Federazione FINCO” ha sottolineato Artale rimarcando come “ fino ad adesso il cavallo ha bevuto”.

Analoga riflessione è stata fatta in relazione al vigente obbligo della ritenuta dell’8%, sulle spese di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, introdotta inizialmente con aliquota del 4% (Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78, art. 25) e poi innalzata dalla Legge di Stabilità 2015, n. 190/2014, art. 1, commi 47, 48 e 657.
In forza di tale normativa, nel momento in cui vengono accreditate le somme nelle banche o alle Poste italiane S.p.A. viene trattenuto un ammontare pari all’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa.
Anche in questo caso l’introduzione vincolante ed erga omnes della fatturazione elettronica secondo FINCO fa venire meno una delle principali motivazioni della ritenuta, rimanendo solo quella di anticipo di cassa a favore dello Stato sui futuri ricavi (se ce ne saranno!) delle imprese.

In definitiva, il permanere di meccanismi quali lo split payment e la ritenuta d’acconto sull’8% in presenza della fatturazione elettronica configurerebbe la mera ed unica volontà da parte dello Stato di incamerare anticipazioni sulle legittime e costituzionalmente protette attività aziendali, disinteressandosi di ogni altra conseguenza, essendo venuta appunto meno la ragione principale alla base delle misure in parola.

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