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Prosegue crescita export della meccanica italiana: raggiunti i 28 miliardi nel 2018 . USA 1° mercato

Stando ai dati preconsuntivi diffusi da ANIMA per quanto in rallentamento pure nel 2018 è proseguita la "corsa" delle esportazioni delle aziende della Meccanica italiana. Primo mercato gli USA. Espressa sorpresa per l'andamento molto positivo sul mercato polacco

Seppur in misura ridotta, prosegue la sua corsa l’export delle aziende di ANIMA Confindustria Meccanica: nel 2018 si è raggiunta la quota dei 28,2 miliardi di euro (pari al +2,3% rispetto al 2017). Un trend che dovrebbe essere confermato anche dalle previsioni 2019 (+1,3%). Le aziende della meccanica italiana esportano più della metà di quel che producono, il 58,3%. È quanto emerge dai dati di preconsuntivo 2018 e previsioni 2019 elaborati dall’Ufficio studi ANIMA.

Nella classifica delle prime dieci destinazioni export dell’industria meccanica italiana si confermano al primo posto gli Stati Uniti. Quest’anno però, per la prima volta, la crescita registrata risulterebbe essere più contenuta presentando un andamento analogo a quello registrato nel 2017 (circa 2,8 miliardi di euro). Se da un lato la svalutazione del dollaro aveva accelerato l’export, ora a pesare negativamente sono la preoccupazione dei dazi e le incertezze politiche.

Nel 2017 il distacco tra USA e Germania, secondo Paese di destinazione per le esportazioni italiane, era evidente: nel 2018 la differenza risulta essersi assottigliata. Per quanto i dati disponibili arrivino ad ottobre 2018, secondo ANIMA è possibile pensare che l’export verso la Germania, oggi a 2,8 miliardi di euro, e verso gli Usa raggiungeranno livelli molto simili.

Continuano a crescere l’export verso la Francia e si attesta sui 2,5 miliardi di euro a ottobre 2018. Il Regno Unito occupa il quarto posto: pur non presentando situazioni critiche, registra un ulteriore rallentamento cominciato nel 2016. Una riduzione particolare si verifica nello scambio commerciale di caldaie pari al -9,9%. La Spagna e la Cina, a ritmo altalenante dal 2011 al 2018, testimoniano una richiesta costante di tecnologie meccaniche italiane. In particolare dal 2016 si sarebbe verificata una decisa accelerata dell’export italiano verso questi due Paesi.

” Seppur in misura più contenuta stupisce l’incremento delle esportazioni verso la Polonia, un Paese che si potrebbe definire in via di sviluppo a livello di innovazione tecnologica.“si legge nel comunicato. Il Paese ha goduto anche di alcune delocalizzazioni per la manodopera a minor costo. Sono fenomeni che nel tempo ne hanno favorito l’exploit, soprattutto dal 2017. Bene i Paesi Bassi che dai 500 milioni di euro di export italiano del 2011, a ottobre 2018 segnano già i 712 milioni di euro.

Non accenna invece a fermarsi l’emorragia causata dalla Russia: l’Italia avrebbe perso un ulteriore -20% rispetto all’anno scorso, sempre a causa delle sanzioni. Nel 2017 sembrava esserci una leggera ripresa ma la condizione è rimasta penalizzante. Una brusca frenata, dovuta probabilmente alla componentistica legata all’industria petrolifera, si registra anche verso l’Arabia Saudita che, dopo i 933 milioni di euro del 2015, nel 2018 fa registrare solo 678 milioni di euro di meccanica italiana importata. A testimoniare una crisi del Golfo Persico anche gli Emirati Arabi che hanno perso molto, passando dai 656 milioni di euro nel 2017 a meno di 500 milioni di euro nel 2018, con una contrazione percentuale pari al 33%.

Ancora una volta i dati delle esportazioni della meccanica nel mondo si confermano uno specchio che riprende e riflette i movimenti geopolitici che attraversano gli scambi commerciali mutandone la direzione.

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