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Comparto costruzioni, oltre 10mila imprese in più nel 2020 ma è l’eccezione

Presentati i dati su nati e mortalità delle imprese nel 2020. Dati che la forte contrazione registrata dei flussi di iscrizioni e cancellazioni suggerisce di valutare con cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici

Circa 292.000 iscrizioni e 273.000 cessazioni al Registro delle imprese nel 2020, con un saldo che fa segnare un +0,32% da considerare con estrema cautela come dato generale e come dato settoriale se riferito al solo andamento registrato per il comparto delle costruzioni

L’andamento demografico dell’imprenditoria italiana infatti è apparso, lo scorso anno, complessivamente caratterizzato da una diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia.

Il risultato, secondo i dati Unioncamere/Infocamere, è che le imprese complessivamente nate nel 2020 sono state 292.308. A fronte di queste, nello stesso periodo hanno definitivamente chiuso i battenti 272.992 attività. Normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno ed è in questo periodo che si attendono le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia.

A fine dicembre 2020, pertanto, lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.078.031 unità. Rispetto all’anno precedente, quindi, la rilevazione Movimprese segnala che le iscrizioni sono diminuite del 17,2%. Parallelamente, le cessazioni hanno fatto segnare un calo del 16,4%.

La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce dunque cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici. Settori tra cui va compreso anche quello del comparto delle costruzioni che nel 2020 risulta essere quello che numericamente ha registrato una crescita positiva superiore alle 10mila unità.

 

Crescita di stock che potrebbe essere letto positivamente sui possibili effetti futuri che potrebbero trovare ulteriore consolidamento nel rilancio degli investimenti potenzialmente attivabile dai nuovi incentivi introdotti in corso di anno.

Consigliabile tuttavia usare molta cautela perché oltre alla necessità di stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica sul tessuto imprenditoriale, sarà necessario aspettare i risultati che saranno registrati nel primo trimestre dell’anno in corso.

Tradizionalmente, infatti, molte comunicazioni di chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese negli ultimi giorni dell’anno vengono statisticamente conteggiate nel nuovo anno.

 

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