appalti pubblici

Appalti pubblici con affidamenti “in-house” rappresentano un’eccezione

Nuove linea guide di Anac sugli affidamenti in-house che consolidano il regime di concorrenza sul mercato e per le quali Fondazione Inarcassa ha espresso grande soddisfazione perché contengono una proposta formulata nel corso della consultazione aperta a tutti gli stakeholder a marzo scorso

 

“Prima di ricorrere ad assegnazioni di appalti e concessioni in-house, le stazioni appaltanti dovranno fornire e rendere pubbliche con precise motivazioni di convenienza economica e sociale le ragioni che portano a scegliere l’affidamenti in-house, invece della gara.

In tal modo mettendo in grado anche cittadini e operatori economici esclusi dall’in-house di verificare e controllare se tali motivazioni esistano veramente, o sono soltanto uno strumento fittizio da parte di amministrazioni pubbliche e società controllate per evitare la gara.”

Questo uno dei passaggi più importanti delle nuove linee guida di Anac per favorire maggiore concorrenza recanti «Indicazioni in materia di affidamenti in house di contratti aventi ad oggetto lavori, servizi o forniture disponibili sul mercato in regime di concorrenza ai sensi dell’articolo 192, comma 2, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 e s.m.i.»

Nuove linea guide di Anac per rafforzare il regime di concorrenza sugli affidamenti per le quali Fondazione Inarcassa ha espresso grande soddisfazione perché contengono una proposta formulata nel corso della consultazione aperta a tutti gli stakeholder a marzo scorso.

Prima di ricorrere ad assegnazioni di appalti e concessioni in-house, le stazioni appaltanti dovranno fornire e rendere pubbliche con precise motivazioni le ragioni che portano a scegliere l’in-house, invece della gara.

“Sono stati accolti i principi evidenziati nel nostro contributo – ha osservato  Franco Fietta,presidente della Fondazione Inarcassa -. Adesso ci aspettiamo più gare da parte delle Società pubbliche che dovranno acquisire i servizi di ingegneria e architettura ricorrendo al mercato.

Quei servizi che prima le amministrazioni affidavano alle proprie controllate, senza effettivamente verificare se vi fossero le competenze e le professionalità più adatte, dandone motivate ragioni, ora, invece, saranno più facilmente individuati sul mercato per il perseguimento di scopi pubblici. L’introduzione dell’obbligo di motivazione avrà l’effetto di un ricorso più frequente sul mercato, favorendo nuove opportunità e occasioni di lavoro per i liberi professionisti. Siamo convinti che in questo modo si determinerà un indubbio vantaggio per la collettività grazie alla maggiore qualità garantita dalla concorrenza”.  

La Fondazione Inarcassa ha, inoltre, suggerito all’Anac che la pubblica amministrazione dovesse motivare, in un atto di rilevanza esterna (quindi prima della determina di affidamento) il mancato ricorso al mercato.

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