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Confederazioni artigianato e PMI: via obbligo SOA su lavori bonus edilizi

A chiederlo e motivarlo i presidenti di CNA, Confartigianato, Casartigiani in una lettera aperta inviata ieri a Deputati e Senatori delle Commissioni Bilancio, Finanze, Lavori pubblici, Attività Produttive di Camera e Senato e ai Capigruppo di Camera e Senato

Abolire subito l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per operare nel mercato dei bonus edilizi. A chiederlo i presidenti di CNA, Confartigianato, Casartigiani in una lettera aperta inviata ieri a Deputati e Senatori delle Commissioni Bilancio, Finanze, Lavori pubblici, Attività Produttive di Camera e Senato e ai Capigruppo di Camera e Senato.

Lettera nella quale le Confederazioni dell’artigianato e delle piccole e medie imprese ribadiscono l’allarme per le continue modifiche alle norme sugli incentivi in edilizia che rischierebbero ” di bloccare definitivamente i lavori di riqualificazione degli edifici e di tagliare fuori dal mercato oltre il 90% delle imprese”

Scenario che nel 2023 per i lavori effettuatiti in regime di bonus edilizi diverrà ulteriormente limitativo a seguito di quanto disposto dal testo il  D.l denominato “Taglia Prezzi” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.117 del 20 maggio 2022.

Legge che da 1° gennaio 2023 impone, anche per le imprese che operano in subappalto, il possesso delle attestazioni SOA per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516mila euro.

Una disposizione che secondo le Confederazioni “…. pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori, di fatto si è rivelata una barriera anticoncorrenziale.”

Secondo CNA, Confartigianato, e Casartigiani, infatti, negli ultimi 20 anni, il mero possesso delle attestazioni SOA non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori.

Si ricorda inoltre che  l’accesso ai bonus edilizi è già subordinato ad una serie di controlli molto stringenti e, per contrastare efficacemente il fenomeno delle imprese ‘fantasma’, servono piuttosto serie verifiche dei requisiti di accesso al mercato, come l’auspicata legge di regolamentazione del settore edile, e strumenti già operativi come il DURC, la congruità e l’intensificazione dei controlli.

Settore già sull’orlo del precipizio

“A mettere in crisi il mercato delle riqualificazioni edilizie – sottolineano le Confederazioni – è anche il blocco del sistema della cessione dei crediti a causa della stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari. Risultato: le imprese non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi.

Così il settore è sull’orlo del precipizio, si moltiplicano i casi di fallimento che potrebbe coinvolgere oltre 33.000 imprese e 150.000 lavoratori.

Tutto questo è ancor più paradossale se si considera che il settore delle costruzioni è il driver della ripresa economica e, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, ha giocato un ruolo anticiclico.

I bonus edilizia avrebbero potuto favorire la ripartenza post covid-19 dell’economia, ma, dopo aver generato un’enorme aspettativa in cittadini e imprese, l’atteggiamento ondivago del decisore pubblico ne ha depotenziato l’efficacia.

CNA, Confartigianato e Casartigiani, in rappresentanza di oltre 1.500.000 di associati, sollecitano un rapido intervento per salvare un’idea vincente di riqualificazione green del Paese che rischia di naufragare nel mare della burocrazia legislativa.”

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