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Filiere delle costruzioni, per aumentare produttività digitalizzazione necessaria

Quello delle costruzioni è il settore economico con il maggior tasso di crescita della produttività oraria (+9,2%). Ma il valore assoluto resta ancora sotto la media italiana. Ad evidenziarlo una ricerca condotta da GS1 Italy in collaborazione con CRESME presentata a Milano nel corso del convegno "“Digitalize or die? Tracciabilità, interoperabilità e sostenibilità per la modernizzazione delle costruzioni”. Tanti gli spunti di riflessione offerti

Oltre 10 euro di differenza nella produttività per ora lavorata ancora separano le filiere delle costruzioni rispetto quelle degli altri macro comparti. Se da un lato, infatti,  il macro settore delle costruzioni continua a recuperare produttività,  anche al traino degli incentivi fiscali e dai bonus per le ristrutturazioni, dall’altro il livello raggiunto continua ad attestarsi tra i più bassi a livello settoriale dell’intera economia italiana.

Rispetto alla media del triennio 2017-2019, nel 2022 il valore aggiunto per ora lavorata è aumentato di +9,2%, arrivando a 26 euro per le imprese edilizie e a 25 euro per gli studi di architettura e d’ingegneria. Una performance migliore rispetto alla media generale dell’economia italiana (+2,8%), dove però il valore aggiunto per ora lavorata è decisamente più alto (36,5 euro).

A rilevarlo è la ricerca “La digitalizzazione nel settore delle costruzioni: scenari e potenzialità del mercato”, realizzata da GS1 Italy in collaborazione con CRESME – Centro Ricerche Economiche Sociologiche e di Mercato nell’Edilizia, e presentata oggi nel corso dell’evento, in presenza e in streaming, “Digitalize or die? Tracciabilità, interoperabilità e sostenibilità per la modernizzazione delle costruzioni”.

Organizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, l’incontro ha visto, accanto agli interventi di CRESME e GS1 Italy, le testimonianze in termini di digitalizzazione per la tracciabilità, l’interoperabilità e la sostenibilità per la modernizzazione del settore, di alcuni tra i più importanti attori dell’intera filiera delle costruzioni: da ANCE, ANGAISA, Assimpredil, Università di Brescia, a Bticino, edilportale.com, Formedil, Harpaceas e Metel.

Presenta da Antonio Mura, direttore tecnico di CRESME, la ricerca di mercato è risultata essere divisa in due parti. La prima, quantitativa, sviluppata allo scopo di tracciare  una fotografia del complesso comparto  , che alla produzione vale 223 miliardi di euro (dato 2021), individuandone attori e tipologie di prodotti (oltre 500) nonché il loro contributo alla catena del valore, e descrivendo le macro-tendenze che stanno caratterizzando l’attuale ciclo edilizio e l’evoluzione della domanda.

La seconda parte, più qualitativa,  articolata sui risultati di interviste a un campione rappresentativo di stakeholder (aziende, professionisti, associazioni ed enti bilaterali appartenenti alle diverse filiere delle costruzioni) su alcuni temi come la trasformazione digitale, la standardizzazione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità economica e ambientale.

Obiettivo della ricerca quello di mettere in luce lo sviluppo nel periodo post-pandemico, identificare le cause della bassa produttività che caratterizza le filiere delle costruzioni e individuarne le strade per recuperare efficienza.

«Lo spaccato del settore che emerge dalla ricerca presentata oggi è quello di una filiera frammentata – ha sottolineato Antonio Mura – con livelli di digitalizzazione e gestione dei processi eterogenei e che fatica a trasferire in maniera efficiente le informazioni sia orizzontalmente, tra una fase produttiva e l’altra, sia verticalmente, tra imprese, professionisti e addetti.»

Redditività in aumento, ma ancora troppo bassa

Quello delle costruzioni è il macro settore che ha sperimentato la crescita media della produttività più elevata sia prima che dopo la pandemia: +1,5% annuo nel periodo 2017-2019 e +9,2% nel 2022 contro, rispettivamente, il +0,4% e il +2,8% della media nazionale (Tavola 1). Una peculiarità tutta italiana visto che, tra i quattro principali paesi europei, solo in Italia le filiere delle costruzioni hanno mostrato una crescita così significativa della produttività nel corso degli ultimi sei anni (+2,0% medio annuo in Italia, -0,8% in Germania, -4,5% in Spagna e -1,0% in Francia).

Filiere delle costruzioni, per aumentare produttività digitalizzazione necessaria

La ricerca avrebbe anche identificato le cause della ripresa della produttività del mondo delle costruzioni in Italia, a partire dal rapido incremento dei prezzi e dalla sottostima nel calcolo dei deflatori e delle ore effettivamente lavorate.

Sicuramente c’è poi l’effetto propulsivo legato alla crescita del mercato della ristrutturazione incentivata, che, secondo le stime di CRESME, nell’ultimo triennio ha assorbito circa il 30% del totale degli investimenti.

Anche l’espansione del mercato delle infrastrutture (+11,5% l’aumento del valore della produzione tra 2022 e 2019) potrebbe aver svolto un ruolo nella crescita della produttività, così come la sempre maggiore importanza della componente impiantistica: dieci anni fa valeva il 27% della produzione settoriale, oggi è arrivata al 35%, esprimendo il dato più alto in Europa.

Ma la produttività oraria resta ancora troppo bassa e questo rappresenta il problema principale del settore delle costruzioni in Italia. Una situazione che va attribuita al costo dell’errore che l’attività edilizia porta con sé: previsioni di spesa e tempi di esecuzione che si allungano rispetto ai programmi sono parte importante delle cause che determinano la bassa produttività.

Un’altra componente è la lunga catena operativa che separa la progettazione dalla realizzazione, con una difficoltà nel flusso delle informazioni e nell’organizzazione dei rapporti tra gli attori delle diverse filiere coinvolte, che genera pesanti inefficienze anche in termini di costi dell’attività.

«Nei prossimi dieci anni, il comparto delle costruzioni sarà attraversato da un radicale processo di modernizzazione e sappiamo che a guidare questo cambiamento sono due driver: sostenibilità e digitalizzazione – ha dichiarato Paolo Cibien, industry engagement director di GS1 Italy -. Siamo consapevoli che il mondo delle costruzioni parte in ritardo. Ma anche che, proprio per questo, potrà ottenere maggiori benefici da un processo di digitalizzazione capace di ridisegnare i comportamenti della filiera, i modelli di offerta, i livelli di produttività, i rapporti con la domanda, oltre a consentire nuovi obiettivi qualitativi in termini di sicurezza e sostenibilità. In questo contesto gli standard di GS1 svolgono un ruolo importante, permettendo agli operatori delle filiere delle costruzioni di condividere in maniera automatica le informazioni, di avere sempre accesso a dati di qualità e tracciabilità sui materiali – anche in un’ottica di economia circolare – e di riduzione dei costi.»

Digitalizzazione come driver di efficienza per il futuro

Anche per effetto di normative europee ed italiane sempre più indirizzate alla digitalizzazione di processo del costruito, nell’ultimo decennio il settore delle costruzioni ha trovato nella digitalizzazione la strada maestra per sostenere la crescita, migliorare l’efficienza, aumentare la produttività e mitigare il rischio sul lavoro. Ma la situazione in Italia è ancora lontana dal livello raggiunto in altri settori economici.

«Il passo decisivo verso un settore pienamente digitale è che i prodotti in fase di progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione siano univocamente identificabili e rintracciabili – ha sottolineato Paolo Cibien -.

Una filiera in cui le informazioni sono facilmente reperibili e confrontabili aumenta la produttività a tutti i livelli, riduce gli sprechi e rende i processi più sostenibili ed efficienti. In questo senso GS1 Italy può agire come fornitore di strumenti e standard interoperabili e, quindi, facilitare il dialogo tra gli operatori della filiera»

Come favorire, quindi, la crescita della digitalizzazione nel mondo delle costruzioni?

Prima di tutto, occorre l’adozione capillare di un modello di progettazione, architettonica e impiantistica, completamente gestito su piattaforma BIM. Stando a quanto emerso nel convegno oggi su dieci progetti pensati in BIM, solo metà arrivano a realizzazione sempre in BIM e solo uno o due sono gestiti in piattaforma BIM.

Per colmare questo ritardo e favorire una maggiore diffusione di questi strumenti, occorre che tutti i prodotti siano univocamente identificabili e rintracciabili in ogni fase: progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione.

In secondo luogo, bisogna rispondere alla crescente necessità di collegare il mondo virtuale con quello fisico, mediante la creazione dei gemelli digitali, aprendo la strada a un nuovo modo di lavorare, che consente di accedere a dati e informazioni utili, garantiti e aggiornati, che tutte le parti interessate possono scambiarsi in maniera rapida e affidabile.

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