Incentivi

On. Mazzetti (FI): incentivi edilizia verso aliquota unica

Aliquota unica anche per ridare dignità alla materia degli incentivi; affrontare subito il problema dei rincari prezzi delle materie prime e porre al centro le richieste del settore "anche per non ripetere gli errori del recente passato sui bonus e non solo". Questi i principali punti toccati nel corso nella nostra intervista alla Deputata di Forza Italia Esperta del tema e relatrice legge delega sul Codice Appalti

Della necessità di riordinare gli incentivi si parla da anni,  ma come dettaglio sulle pagine di “serramenti design componenti” nei fatti piuttosto che andare verso uno sfoltimento delle aliquote che sicuramente avrebbe concorso anche a semplificare l’applicabilità (lo stesso Mario Draghi all’atto dell’insediamento a Capo del Governo fece riferimento ad una  ipotetica aliquota unica ) la materia è andata progressivamente aggrovigliandosi degenerando anche in richieste che sfuggono a qualunque logica.

Con l’insediamento del nuovo Governo sembra ora potersi aprire una fase nuova: ma come potrebbero essere riorganizzati gli incentivi e le modalità di accesso? Lo abbiamo chiesto all’Onorevole Erica Mazzetti – Deputata di Forza Italia, esperta del tema e relatrice legge delega sul Codice Appalti.

“Anche quest’anno dobbiamo ringraziare il settore delle costruzioni, con la sua filiera ben strutturata, per il contributo al PIL italiano, circa un terzo secondo l’ANCE. Un settore che sta sostenendo il Paese con un apporto tutto interno, non rivolto all’esportazione e non dipendente da tassi di cambio favorevoli, per cui fortemente strutturale.

La sua strutturalità è triplice, perché molta dell’industria dei semilavorati è nazionale, perché la riqualificazione va a favore della qualità della vita dei soggetti – i cittadini – che ne usufruiscono e perché essa – nell’ottica di intervenire sul patrimonio edilizio esistente – contiene il consumo del suolo e spinge ad un utilizzo responsabile della risorsa ambientale così preziosa e delicata in questo momento e in una prospettiva di lungo periodo.

Aliquota unica anche per ridare dignità agli incentivi

Gli interventi di riqualificazione degli immobili stanno trascinando la crescita del settore grazie anche agli incentivi edili, in particolare quelli orientati al contenimento della spesa energetica (altro capitolo diventato imprescindibile nell’attuale agenda politica e imprenditoriale), nonostante una moltiplicazione di modalità di incentivazione che ha complicato anziché semplificare l’accesso a queste risorse e l’ha reso aperto a comportamenti parassitari quando non addirittura totalmente contrari allo spirito con cui la legge li aveva promossi.

Va ridata dignità all’incentivazione, perché gli incentivi rivolti al settore edile e alla riqualificazione edilizia con focus sul risparmio energetico vanno nella direzione giusta: permettere di ammodernare, efficientare gli immobili oltre a metterli in sicurezza, di ridurre i consumi, di non consumare altro suolo.

Per funzionare quindi essi devono essere semplificati e stabilizzati, con un’aliquota unica, una modalità di accesso più chiara e leggibile dagli operatori grandi e piccoli, una gestione delle problematiche attuali della cessione del credito che dia chiarezza, linearità e respiro al lavoro delle imprese.

L’aliquota unica è anche una forma di riordino di una materia che oggi ha visto davvero complicarsi la vita di chi approcciava la materia degli incentivi: in un’epoca in cui dovrebbero servire riferimenti certi per operare, la mancanza di un quadro organico e la molteplicità di opzioni si è trasformata in un vero e proprio mix di puzzle differenti spesso gestiti più in funzione di puro beneficio fiscale che in un’ottica di reale incentivazione al settore e di conseguimento dell’obiettivo di riqualificazione – energetica e strutturale – del patrimonio edile diffuso sul territorio nazionale.

Rincaro prezzi da affrontare immediatamente

È auspicabile, inoltre, che le richieste del settore siano al centro dell’azione di governo, anche per non ripetere gli errori del recente passato sui bonus e non solo: va posta al centro una questione che incide sia sulla gestione ordinaria sia sul tema degli incentivi, quella dei rincari dei prezzi delle materie prime, da affrontare immediatamente.

Essa deve diventare un primo punto da affrontare, perché oggi si configura come un vero e proprio macigno sul settore: modifica in maniera importante il costo dei lavori dal momento della preventivazione (e della richiesta di incentivazione) a quello della consuntivazione e della definizione reale degli oneri a carico del committente e quindi crea disallineamenti pericolosi che non possono rimanere in sospeso in una specie di palleggio fra committente, impresa edile e Stato incentivatore, perché questo crea non solo incagli nella consegna dei lavori, ma sofferenze reali alle imprese che si ritrovano prive di quel flusso di cassa che ne garantisce la sopravvivenza.

Si tratta di un aspetto che si riflette anche su segmenti importantissimi pur non essendo questi presenti fra quelli trattati dall’incentivazione, perché questo disallineamento ormai endemico fra i prezzi al momento del preventivo e quelli di consuntivazione costituisce un ostacolo davvero difficile da sormontare nel caso in cui parliamo di opere pubbliche, un ostacolo che impedisce di avviare o completare i lavori pubblici, come quelli previsti dal piano di interventi e progetti del PNRR.

In sintesi il messaggio è configurabile come un problema matematico a cui la politica ha il compito (e questa maggioranza l’intenzione) di dare risposta: dato un patrimonio immobiliare da riqualificare e un piano opere pubbliche da avviare le due leve, incentivi e stabilizzazione dei prezzi dei materiali, sono gli strumenti per portare a soluzione positiva il problema, con un volano di spesa sul fronte dei committenti e una certezza del prezzo (e del margine, che è ossigeno per la vitalità del settore) per le imprese.

E il mantra dovrà essere uno e chiaro: senza le imprese private non si fa alcuna opera pubblica.”

 

( a cura di Marco Oldrati)

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