L’Ufficio studi di Acimall, l’associazione confindustriale che rappresenta le imprese del settore macchine per il legno, ha reso noti i numeri consuntivi del mercato relativi al 2012 . Dati che vedono la produzione attestatasi a 1.571 milioni di Euro, il 7,5% in meno rispetto al 2011. Un calo significativo che ribadisce in trend sfavorevole registrato negli ultimi anni, un periodo contraddistinto da una domanda che tutt’ora non permette alla industria italiana di esprimere per intero la propria capacità produttiva. Secondo l’ufficio studi dell’associazione, la produzione di tecnologia potrebbe riscuotere ben altri successi ed esprimere ben altri valori, ma la debolezza della domanda non permette di creare un nuovo circolo virtuoso. Un altro dato che emerge con chiarezza è la fragilità del mercato interno, il cui andamento ha influito e influirà sui successi dell’industria rappresentata da Acimall. I 488 milioni di consumo apparente delle imprese “made in Italy” che lavorano il legno e i suoi derivati (il 13,7% in meno rispetto all’anno precedente) convalidano immediatamente questa considerazione e pongono in evidenza – considerata anche una importazione che si è fermata a 130 milioni di Euro, meno 16,5% rispetto al 2011 – la stagnazione della domanda italiana su livelli sempre più preoccupanti. L’importazione nel 2012 ha rappresentato il 26,6% del consumo nazionale, percentuale significativa che vede la netta prevalenza o di soluzioni di fascia bassa, per lavorazioni a basso valore aggiunto, o macchine con forti contenuti tecnologici e innovativi. Sostanzialmente stabile il rapporto con i due principali Paesi fornitori: anche nel 2012 le importazioni dalla Germania si attestano attorno ai 70 milioni di euro, a 20 milioni gli acquisti in Cina.