Il mercato interno continua a contrarsi ma crescono le esportazioni tanto da riportare in positivo nel 2012 il saldo commerciale dell’Italia. Questa l’estrema sintesi della 27° edizione del Rapporto ICE che analizza la struttura e le dinamiche del commercio estero e del processo di internazionalizzazione dell’Italia in rapporto a quelle degli altri Paesi. Rapporto presentato a Roma presso la sede dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane- contestualmente alla presentazione dell’Annuario Statistico Istat – ICE Edizione 2013, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’Agenzia ICE. Volume molto atteso perché consente l’accesso approfondito ai dati sugli scambi con l’estero delle merci e dei servizi, oltre a quelli relativi agli investimenti diretti esteri. Dopo i saluti di benvenuto da parte del presidente dell’Agenzia, Riccardo Maria Monti e del presidente dell’Istat Antonio Golini, i lavori sono stati introdotti dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. I risultati del rapporto sono stati illustrati da Lelio Iapadre, Università degli Studi dell’Aquila, e da essi emerge come seppure in una fase di rallentamento nel ritmo di espansione degli scambi e della recessione in atto in Italia, le imprese esportatrici di merci italiane nel 2012 hanno messo a segno un aumento delle vendite oltre confine del 3,7%. Risultato al quale avrebbe contribuito positivamente il miglioramento della competitività di prezzo dei prodotti industriali italiani, anche grazie all’andamento dei tassi di cambio (in media nell’anno l’Euro si è deprezzato rispetto alle principali valute) e all’effetto di una crescita contenuta dei prezzi dei prodotti sui mercati esteri. La crescita delle esportazioni e la caduta delle importazioni dell’Italia (-5,6%) hanno determinato un miglioramento del saldo commerciale, passato da un saldo negativo di –25,5 a uno positivo di 11 miliardi di euro tra 2011 e 2012, nonostante il passivo ancora elevato della voce energetica (superiore a 60 miliardi di Euro), benché in calo rispetto all’anno precedente. È stato soprattutto grazie al miglioramento del saldo merci che anche il disavanzo del conto corrente della bilancia dei pagamenti dell’Italia si è ridotto (in percentuale del PIL il disavanzo è sceso dal –3,1% al –0,5%), tale dato tuttavia va letto anche come sintomo del prolungarsi di una fase economica di ancora grande difficoltà. È proseguita l’espansione delle vendite nei mercati esterni all’Unione europea (sia per i manufatti sia per i servizi. Con riferimento ai principali partner risultano essere sensibilmente cresciute le esportazioni verso Stati Uniti, Svizzera, Turchia e Russia e, tra i principali paesi dell’Unione europea, solo quelle verso il Regno Unito. Dal lato delle importazioni la diminuzione ha riguardato quasi tutti i mercati, con l’eccezione dei Paesi fornitori di gas e petrolio tra cui spicca l’aumento del valore delle importazioni dalla Libia, tornate al livello precedente il cambio di regime. Tra i settori produttivi che hanno trainato la crescita delle esportazioni nel 2012 spicca pure quello dei prodotti in metallo, mentre intorno alla media annua sono aumentate quelle di prodotti dell’abbigliamento e meccanica. Si sono ridotte quelle di tessili, gomma e plastica, elettronica e computer apparecchi elettrici e mezzi di trasporto. Per quanto riguarda la distribuzione delle esportazioni sul territorio nazionale, sono aumentate in linea con la media nazionale le esportazioni dell’Italia nord occidentale, mentre nell’Italia nord-orientale si è verificato un rallentamento, anche per le conseguenze del sisma in Emilia Romagna. In controtendenza rispetto a quanto rilevato nel 2010, crescita risulta essere pure il numero di imprese esportatrici, forse anche grazie al traino di una moneta , l’Euro, più debole. Ma ciò che va sottolineato positivamente è che l’incremento si deve prevalentemente agli operatori più piccoli: migliaia di imprese di piccole e piccolissime dimensioni si sono affacciate all’estero, spesso per la prima volta. Insieme al continuo ingresso di nuove imprese esportatrici i dati confermano che la crisi ha avviato un processo di selezione tra le aziende stabilmente esportatrici, testimoniato dalla generale diminuzione della loro numerosità negli ultimi anni. “Il nuovo rapporto ICE conferma che l’export italiano, nonostante le difficoltà della crisi globale, continua a espandersi e a rappresentare una delle voci più dinamiche del nostro PIL – ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato –. Sono sempre più le piccole e medie imprese che si affacciano sui mercati globali alla ricerca di nuove opportunità di business e di aree di mercato in cui inserirsi. Il nostro compito deve essere quello di restare al loro fianco, supportandole concretamente dal punto di vista promozionale, organizzativo, finanziario e assicurativo. Gli strumenti ci sono, ma è necessario potenziarli e farli funzionare in modo sempre più organico. Nella Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, che presiedo insieme al ministro Bonino, abbiamo definito le principali linee guida su cui concentrarci da qui fino a fine 2014. Subito dopo l’estate, partirà un roadshow su tutto il territorio italiano, che consentirà a un grande numero di imprese di conoscere le opportunità messe a disposizione per affrontare le sfida di andare oltreconfine. Esportare made in italy significa portare l’immagine del nostro Paese in giro per il mondo e dimostrare che l’Italia sa lavorare e produrre qualità in modo fortemente competitivo. Ci aspettiamo inoltre soluzioni efficaci sul fronte dell’attrazione degli investimenti diretti esteri dall’iniziativa Destinazione Italia, avviata dallo scorso Cdm.” Lapidarie le considerazioni di Antonio Golini dell’Istat “La crescita dell’export italiano ha rappresentato, nel 2012, l’unico sostegno ai livelli di attività della nostra economia. Questo fattore espansivo mostra tuttavia segni di indebolimento nel primo scorcio del 2013: le difficoltà sui mercati Ue non risultano bilanciate dal proseguimento della crescita delle vendite su quelli extra-Ue e sono aumentati i segmenti di imprese in calo di fatturato esportato. Queste dinamiche indicano, da un lato che il sistema esportatore italiano ha saputo intercettare i segmenti di domanda crescente presenti nel mercato globale, dall’altro che il quadro congiunturale è ancora denso di rischi.”