imprese

Andamento fallimenti imprese: il 2014 l’anno più nero. Più fiducia per il 2015

Nello stesso anno registrato pure un deciso calo delle procedure concorsuali non fallimentari. Dopo quattro anni, nel 2014 è tornato a diminuire il numero di società in bonis liquidate volontariamente dai soci, un segnale che può indicare un miglioramento nella fiducia degli imprenditori.

Cerved 1La crisi economica ha provocato una vero e propria ecatombe di imprese nel tessuto produttivo italiane, ecatombe che sembra avere avuto il suo epicentro lo scorso anno. È  quanto emerge dai dati diffusi dall’ “Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese” del Cerved, studio che evidenzia come  nel 2014 con oltre 15.000 i fallimenti hanno toccato un nuovo record negativo, che ha riguardato la maggior parte delle regioni italiane e ha avuto impatti occupazionali rilevanti. “L’anno da poco concluso presenta, accanto ad aspetti negativi, anche elementi incoraggianti – ha commentato Gianandrea De Bernardis A.D di Cerved -. La crescita di fallimenti del 2014 e le conseguenze sull’occupazione riflettono l’onda lunga della crisi, dovuta a più di sei anni di recessione e debolezza economica. D’altra parte, il calo delle liquidazioni volontarie è il termometro di un ritorno di fiducia da parte degli imprenditori che fa ben sperare per i trimestri a venire.” Difatti, nello stesso anno si sarebbe registrato pure un deciso calo delle procedure concorsuali non fallimentari. Dopo quattro anni, nel 2014 è tornato a diminuire il numero di società in bonis liquidate volontariamente dai soci, un segnale che può indicare un miglioramento nella fiducia degli imprenditori. Complessivamente il Cerved stima in 86.000 liquidazioni, in calo del 5,3% rispetto alle 91.000 del 2013. La diminuzione risulta essere più consistente (-10%) se si escludono dal Cerved 2conteggio le imprese definite come “scatole vuote” ovvero quelle società iscritte al Registro delle Imprese ma che non sono mai state effettivamente attive sul mercato. Nel solo 2014, i posti di lavoro persi nelle oltre 15 mila aziende fallite risulterebbe attestarsi a 175.000, in leggero calo dunque rispetto all’anno precedente (176.000). I dati indicano nel corso dello scorso anno sono state aperte 2.784 procedure concorsuali non fallimentari, in decisa diminuzione rispetto alle oltre 3 mila del 2013. Nel commento si sottolinea inoltre come le modifiche legislative introdotte al concordato in bianco – in particolare la possibilità per i tribunali di nominare un Commissario giudiziale a monitoraggio della condotta del debitore – hanno determinato un brusco calo sia delle domande in bianco, sia delle procedure di concordato preventivo comprensive di un piano di risanamento (-20,5% sul 2013). A livello territoriale si osserva una complessiva riduzione del fenomeno: nel Nord Est si contano 617 procedure (-22,9%, la maggiore riduzione osservata in tutta Italia). Nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno il calo è del 16%, mentre nelle regioni del Centro la riduzione appare più contenuta (-10,5%). A livello di settori il calo delle procedure concorsuali non fallimentari è risultato maggiore nell’industria (577 procedure nel 2014, un quarto in meno rispetto al 2013). Meno significativa la riduzione osservata nelle costruzioni (-11,8%) e nei servizi (-13,8%). A livello geografico, il calo delle liquidazioni è particolarmente visibile nel Centro-Sud: nelle regioni del Mezzogiorno le società liquidate nel 2014 sono diminuite del 16,1%, attestandosi a circa 10 mila, mentre al Centro il calo è del 12%. Nel Nord Ovest si contano 11,4 mila liquidazione di “vere” società di Cerved 3capitale in bonis (-7,2% rispetto al 2013). Nel Nord Est, l’area della Penisola meno colpita, le chiusure volontarie sono state 7,7 mila (-5,9% vs 2013).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome