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Andamento industria delle costruzioni. Per Ance nel 2016 possibile avvio ripresa

Ma senza un deciso intervento del PA pure il 2016 potrebbe chiudere in rosso mentre accelerando lo sblocco delle opere pubbliche e detassando la casa, si potrebbe ottenere una crescita degli investimenti del 3,2%

DAnceopo 8 anni continuativi di recessione – la più lunga mai rilevata  – che hanno visto il comparto delle costruzioni perdere oltre 79.900 imprese e 800mila posti di lavoro in tutta la filiera a causa del crollo di quasi il 35% degli investimenti, nel 2016 potrebbe manifestarsi il primo flebile ma concreto segnala di ripresa. A rilevalo è Ance che ieri ha presentato presso la sede romana i dati del nuovo Osservatorio congiunturale  sull’industria delle costruzioni elaborati dal Centro Studi. Dati sui quali vi dettaglieremo sul numero di settembre di “serramenti + design” che per il 2015 ancora non si allineano  (-1,3% in termini reali)  ad un contesto produttivo generale che vede dalla fine del 2014, una Ance 1graduale risalita dei parametri macroeconomici del PaesePer tornare a crescere ci vogliono investimenti e una riduzione delle tasse sulla casa” ha ribadito  il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, presentando, assieme al vicepresidente Rudy Girardi, i dati . Senza questi interventi infatti rimane alto il rischio che pure il 2016 possa chiudere con un segno meno  nonostante emergano i primi concreti segnali positivi con particolare riferimento alle ore lavorate (+0,6% ad aprile), al numero di bandi di gara ( +16,6% nei primi cinque mesi dell’anno ed dalla crescita del 35% dei mutui nel I trimestre 2015. Segnali che unitamente alla costante crescita degli interventi  di ristrutturazione/riqualificazione  (+1,5% nel 2015) che sono arrivati a raccogliere oltre 1/3 degli investimenti  complessivi , non sono certo ancora sufficienti per parlare di svolta. Come ha sottolineato Buzzetti, serve, infatti, un colpo di acceleratore.   Senza un deciso intervento pubblico, si legge nell’Osservatorio, nel 2016 gli investimenti potrebbero presentare un ulteriore seppure live calo dello 0,5%. Al contrario, accelerando lo sblocco delle opere pubbliche e detassando la casa, si potrà ottenere una crescita di investimenti del 3,2%. “Con un investimento di 10 miliardi di euro da spendere già nel 2016 l’effetto sull’economia sarebbe pari a 2 punti di PIL e si creerebbero 170 mila nuovi occupati”, ha spiegato il presidente dei costruttori. “Con un taglio netto alle tasse sulla casa, incentivando il risparmio energetico e l’affitto, il mercato immobiliare tornerebbe a crescere a due cifre”.  Sulla casa, penalizzata, in questi anni, da una tassazione caotica e opprimente, è intervenuto, inoltre, Rudy Girardi. “La priorità è ridare fiducia al mercato”, ha sottolineato il vicepresidente Ance, illustrando gli effetti positivi sul gettito di una parziale detassazione degli acquisti di case nuove ad alta efficienza energetica. SAnce 2econdo una simulazione Ance, infatti, incentivare la domanda di interventi edilizi in classe energetica A e B produrrebbe un saldo positivo di circa 628 milioni di euro per le Casse dello Stato. Un’ulteriore prova che l’edilizia è la carta su cui scommettere per imboccare senza esitazioni la strada della crescita.

 

 

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