bonus fiscali

Spese per bonus 65% e 55% stabile nel 2015. CNA rilancia proposta credito d’imposta

Più in dettaglio, considerando gli investimenti complessivamente effettuati in regime di 65% e 55% sino al mese di agosto 2015, si sarebbe registrata una lieve contrazione ( 214 milioni di Euro, pari a -1,37%) rispetto a quelli registrati nei primi otto mesi del 2014. Rilanciata la proposta di “ trasformare la natura delle detrazioni fiscali connesse ai lavori edili in credito d’imposta cedibile con le stesse percentuali e con la stessa disciplina e limiti..."

CNA andamento bonus 2015Stando ai dati elaborati dal  Centro Studi CNA, nei primi otto mesi del 2015 le spese sostenute dalle famiglie e dalle imprese per la ristrutturazione delle abitazioni e la riqualificazione energetica degli edifici risultano essere sostanzialmente in linea con quelle sostenute negli stessi mesi dello scorso anno, avendo già raggiunto la cifra complessiva di circa 15 miliardi di Euro. Più in dettaglio, considerando gli investimenti complessivamente effettuati in regime di 65% e 55%  sino al mese di agosto 2015, si sarebbe registrata una lieve contrazione  ( 214 milioni di Euro, pari a -1,37%) rispetto a quelli registrati nei primi otto mesi del 2014. Dati che rimarcano, se ce ne fosse stato ancora bisogno, la stretta relazione  esistente  tra la spesa per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli edifici, CNA andamento bonus 2014effettuata da famiglie ed imprese, con la misura delle detrazioni fiscali concesse.  In particolare, risulta che la combinazione tra la misura del 50% applicata sulle spese per la ristrutturazione delle abitazioni e del 65% per la riqualificazione energetica costituisce un equilibrio che CNA definisce “ottimale” e  che”… deve essere assolutamente mantenuto, a meno di ripercussione sulla domanda dei servizi edili.” Da qui il rilancio della proposta, oltre che della necessità di stabilizzazione di entrambe le misure , di “ trasformare la natura delle detrazioni fiscali connesse ai lavori edili in credito d’imposta cedibile con le stesse percentuali e con la stessa disciplina e limiti. Cessione che, tuttavia, deve essere effettuata dalla famiglia che effettua l’investimento direttamente all’istituto di credito. La cessione del credito al settore bancario di una rendita certa e garantita dallo Stato per 10 anni consente alle famiglie e alle imprese di ottenere una somma di denaro immediata, utile per finanziare proprio l’investimento sulla propria abitazione o sull’immobile dell’impresa, per cui si ha diritto all’agevolazione fiscale.” Proposta  già  formulata e dettagliatamente articolata  dall’Osservatorio permanete CNA sulla tassazione delle PMI. In particolare CNA dimostra in tale documento con ampiezza di dati che considerando il tasso fisso mediamente praticato dalle banche per l’erogazione dei mutui per la ristrutturazione delle abitazioni pari al 3.06%, si aiuterebbero le famiglie garantendo la copertura immediata del 42,52% dell’investimento che si intende effettuare nella ristrutturazione delle abitazioni a fronte del 50% spalmato in 10 anni, e le stesse famiglie ed imprese, garantendo la copertura del 55,28% degli investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici a fronte di 65% spalmato in 10 anni. “ Parlando di somme di denaro, per una spesa di 40.000 euro, a seguito della cessione del credito, la banca potrebbe riconoscere circa 17.000 euro immediati, prelevando dal conto corrente della famiglia solamente la parte rimanente di 23.000 euro.  Al pari, se una famiglia ovvero, in questo caso, anche un’impresa, intendesse investire sulla propria abitazione o sull’immobile strumentale sempre 40 mila euro per lavori di riqualificazione energetica dell’edificio, allora dovrà sborsare solamente 22.112 euro, perché la parte rimanente di 17.888 euro sarà finanziata dall’istituto di credito.”  Potendo usufruire di tale possibilità si darebbe sicuramente un ulteriore aiuto anche alle imprese edili. La CNA propostariduzione netta delle disponibilità finanziarie necessarie per effettuare l’investimento darebbe, infatti, un nuovo impulso alle attività di riqualificazione energetica e di ristrutturazione  migliorando non solo la situazione economica del settore, ma verosimilmente determinato pure un ulteriore incremento delle entrate tributarie “.. che potrebbero essere utilizzate per coprire la perdita di gettito necessaria per colmare la terza lacuna della disciplina attualmente in vigore, ossia la situazione dei pensionati e dei lavoratori dipendenti incapienti ovvero degli imprenditori o professionisti privi di sostituto d’imposta”. Ma se da un lato trasformazione della detrazione in credito d’imposta cedibile risolverebbe anche questo tipo di problema mettendo tutti sullo stesso piano, dall’altro va trovato un modo per scogliere il doppio nodo rappresentato della capienza fiscale che di anno in anno si rende necessaria per poter  continuare ad usufruirle dell’importo in detrazione che le banche avrebbero già “scontato”, e le modalità di “trasferimento” in caso di cambiamenti di proprietà dell’immobile.

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