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Firmato accordo costituzione Fondo solidarietà del Trentino, esperienza unica in Italia

La Provincia ha già stanziato 2 milioni di euro per assicurare la piena operatività del Fondo, a cui si sono aggiunte anche ulteriori misure di sostegno, in particolare di natura fiscale, che hanno consentito di abbattere del 50% gli oneri contributivi a carico delle aziende aderenti

Alessandro oliviSono passati tre mesi da quando l’intesa raggiunta dalla Provincia con il Governo sul Jobs Act, sulla base delle competenze già acquisite con l’Accordo di Milano del 2009, aveva riconosciuto al Trentino, assieme all’Alto Adige, la facoltà di dar vita ad un fondo territoriale intercategoriale di solidarietà per il sostegno al reddito e la riqualificazione dei lavoratori delle piccole imprese. E ieri il Fondo è diventato realtà, attraverso la firma apposta all’Accordo collettivo che lo istituisce, alla presenza del vicepresidente Alessandro Olivi (nell’immagine), dai rappresentanti delle principali associazioni economiche e dei lavoratori ad eccezione dell’Associazione degli Artigiani, comunque presente, e di Coldiretti. “E’ una delle più significative conquiste dall’Autonomia del Trentino degli ultimi anni – ha dichiarato Olivi, con visibile soddisfazione – che porta a compimento l’impegno messo in campo per la costruzione di un sistema di politiche del lavoro riformista e innovativo. Siamo anche consapevoli di essere l’unico territorio in Italia a poter gestire autonomamente questa delicata materia. Credo che, grazie alla collaborazione di tutti, sia stato fatto un buon lavoro. Il Fondo consentirà di garantire di fatto la cassa integrazione ai lavoratori delle imprese fino a 15 dipendenti, ma non solo: ci sarà anche una Naspi per i lavoratori stagionali, che a causa dell’insufficiente contribuzione non possono accedere a quella ordinaria, nonché misure di formazione e ricollocazione per i lavoratori delle imprese che aderiscono ai soggetti collettivi firmatari, misure che oggi sono sempre più importanti. Infine, per la prima volta entra in un accordo fra le parti sociali, che gestiranno il Fondo in assoluta autonomia, anche il mondo delle libere professioni“.  L’accordo riguarda tutte le aziende associate ai soggetti firmatari, per un totale, secondo le stime, che arriva fino a 50.000 lavoratori potenziali. Parliamo in particolare dei dipendenti delle imprese di piccola dimensione, in Trentino la stragrande maggioranza  (anche quelli delle imprese che impiegano fra 1 e 5 dipendenti, che oggi risulterebbero “scoperti”), ma non solo, essendo l’accordo valido, a certe condizioni, anche per i lavoratori del commercio e dell’industria – che hanno subito una sospensione/riduzione  lavorativa, per le cause previste dalle disposizioni statali. La Provincia ha già stanziato 2 milioni di euro per assicurare la piena operatività del Fondo,  a cui si sono aggiunte anche ulteriori misure di sostegno, in particolare di natura fiscale, che hanno consentito di  abbattere del 50% gli oneri contributivi a carico delle aziende aderenti. Il Fondo di solidarietà viene  istituito presso la sede Inps di Trento,  ma, – ha sottolineato Olivi – saranno esclusivamente i soggetti firmatari, cioè le parti economico-sociali,a gestire le prestazioni erogate. “ Il Fondo assicurerà agli aventi diritto una tutela integrativa rispetto alle prestazioni previste dalla normativa nazionale, ma erogherà anche  assegni straordinari per il sostegno al reddito a lavoratori che raggiungono i requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi cinque anni, e contribuirà al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o dell’Unione europea. Il meccanismo di finanziamento si basa – oltre che sullo stanziamento provinciale “di partenza” – sulla cessione dello 0,45 dello stipendio del lavoratore: 2/3 dell’importo totale a carico del datore di lavoro  e 1/3 del lavoratore. Per la parte a carico dell’azienda è prevista però una detrazione Irap del 50%”. In sostanza, l’onere spetterà per 1/3 circa ad ognuno dei soggetti firmatari: Provincia, lavoratori, imprese. In tutto è prevista una raccolta di 4-5 milioni di versamenti all’anno.

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