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Spinto dai prodotti energetici fatturato industria al ribasso. Meglio gli ordinativi

Provocato dalla nuova pesante flessione dei prezzi dei prodotti energetici, l'arretramento di fatturato registrato da ISTAT a Novembre per l'industria non modifica il profilo della ripresa economica in atto alimentato in misura crescente dalla domanda interna . Pure a novembre infatti Novembre gli ordinativi segnano un incremento congiunturale dell’1,6%,

Istat 1Come scontato in base all’andamento dei prodotti energetici il bollettino economico diffuso da ISTAT su andamento fatturato e ordinativi dell’industria a Novembre “certifica” una diminuzione dell’1,1% rispetto a ottobre, con identiche variazioni sul mercato interno e su quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo risulta diminuire dello 0,7% rispetto ai trimestre precedente. Nuovo arretramento imputabili alla ulteriore pesante flessione  registrata delle vendite di prodotti energetici, al netto dei quali il fatturato risulterebbe, complessivamente, in lieve crescita (+0,1%). In novembre, nel confronto con lo stesso mese del 2014, l’indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario, segna le variazioni positive più significative nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,0%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+6,1%) e delle attività estrattive (+5,5%); le variazioni negative più marcate si rilevano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,1%), nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-4,5%) e nell’industria del legno, carta e stampa (-2,5%). L’ulteriore pesante Istat 2 flessione  dei prodotti energetici non modifica comunque il profilo della ripresa in atto alimentato in misura crescente dalla domanda interna. Pure  a novembre infatti Novembre gli ordinativi segnano  un incremento congiunturale dell’1,6%, sintesi di un aumento del 4,4% degli ordinativi interni e un calo del 2,5% di quelli esteri.

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