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Andamento vendite macchinari da costruzione. Reggono solo le esportazioni

In termini previsionali si suggerisce un cenno di ripresa, forse anche in Italia. Quel che è certo è che qualcosa comincia a muoversi. A fronte di una torta interna sempre più compressa, l’export si conferma il maggior fattore di crescita delle aziende italiane

L’edilizia in crisi è un refrain che non trova ancora smentita per il settore delle macchine da costruzioni, comparto monitorato dall’ufficio studi ANIMA/Confindustria  di Ucomesa, i cui dati da oggi, saranno pubblicate trimestralmente. In termini previsionali si suggerisce un cenno di ripresa, forse anche in Italia. Quel che è certo è che qualcosa comincia a muoversi. A fronte di una torta interna sempre più compressa, l’export si conferma il maggior fattore di crescita delle aziende italiane. Il comparto vanta circa il 90% di ciò che produce sotto la voce esportazioni. L’industria dei macchinari da costruzione rappresentata da UCoMESA è passata dai 4 miliardi di Euro fatturati nel 2008, con un export di quasi 2,9 miliardi, ai 2,5 miliardi del 2011, con un export di poco superiore a 1,8 miliardi.  Il settore, pur in un momento di crisi, continua a contribuire ad un attivo della bilancia commerciale per ben 1,4 miliardi di euro  “Come Ucomesa è prioritario continuare a conoscere i mercati esteri – ha dichiarato Renzo Comacchio, presidente Ucomesa (nell’immagine) -. Le aziende che lavoravano in prevalenza localmente, con l’avvento della crisi hanno respirato un grave smottamento. Per forza ora si deve guardare fuori confine. Abbiamo una caratteristica vocazionale estera e abbiamo bisogno di svilupparla sempre più. Ucomesa, in questo, riveste un ruolo fondamentale, dato che all’interno della Federazione Anima vengono condivise competenze e opportunità per noi imprenditori essenziali. Sappiamo per esperienza quanto possono essere complesse le norme e le mentalità straniere”. Stando ai dati resi noti, nel 2014 l’export aveva conosciuto un -5,3% totalmente recuperato nel 2015 con un +8,1%. Si distinguono per la performance eccellente le macchine stradali con un export 2015/2014 pari a +20,5% (317mln euro circa) e le gru a torre con un +14% (219mln euro circa). I due settori più rilevanti per la bilancia commerciale sono le macchine perforatrici che raggiungono nel 2015 809 milioni di  Euro (+8,4%), recuperando il trend negativo dell’export nel 2014 (-14,7%). Le macchine e gli impianti per produzione, trasporto e messa in opera del calcestruzzo mantengono l’andamento positivo confermando quota export pari a 543milioni.  Gli USA  è il primo paese per le esportazioni delle macchine da costruzione. Nel 2015 sono stati venduti 202 milioni di Euro di macchinari e impianti. Dal 2013 l’Algeria ha conosciuto una crescita esponenziale, un +44% nel 2014 e ancora +53% nel 2015 passando dai 75mln di euro ai 166mln di Euro. Anche l’Arabia Saudita sta richiedendo tecnologie italiane facendo registrare nel 2015 un +40% per un totale di 150mln euro. Il Regno Unito, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e l’Austria hanno raddoppiato la quota di merce richiesta dal 2013 al 2015. Anche la Cina ha aumentato gli ordinativi di macchine stradali sia nel 2014 (+148%) che nel 2015 (+239%) raggiungendo i 30 mln Euro. Confermano la gravità della battuta d’arresto delle esportazioni italiane i numeri relativi a situazioni geopolitiche molto delicate. In Russia l’Italia esportava nel 2013 140mln di Euro, nel 2014 il calo è pari al -33% e l’anno scorso ancora un -50%. In Iraq dal 2013 al 2015 si è perso circa -64% della potenza delle esportazioni.

 

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